Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Faremo un viaggio all’ultimo festival di Cannes per parlavi del film che ha vinto la Palma d’oro. Parleremo di moda, ipocrisia e critica sociale. Abbiamo dedicato questa puntata a “Triangle of Sadness” di Ruben Östlund
“È lo scopo primario, ma quella intelligente. Non quella sciocca dei bimbi sui genitori o quella crudele che colpisce le persone vere sui social. Nella finzione del cinema tutto è permesso, non fai davvero male a qualcuno. Ma quando affronti soggetti spinosi devi essere preparato e pronto a gestire le reazioni”.
Sono dichiarazioni rilasciate da Ruben Östlund in occasione della recente vittoria a Cannes sul fulcro del suo cinema. Stiamo parlando di quella satira e quella provocazione con cui aveva già trionfato a Cannes con “The Square”. Stavolta però il regista svedese si è spostato dal mondo dell’arte a quella della moda con il risultato di scioccare nuovamente la giuria e vincere per la seconda volta sulla Croisette. Un risultato che il cinema svedese aveva ottenuto solo con Alf Sjöberg tra il 1946 al 1951 e ora ripetuto da Östlund che ben ha saputo proporre la sua invettiva sociale senza peli sulla lingua.
“Triangle of Sadness”, la lezione di Bong Joon-ho e Lina Wertmüller
Il secondo trionfo a Cannes di Ruben Östlund dimostra quanto sia stata importante la lezione cinematografica di Bong Joon-ho e di Lina Wertmüller. Stiamo parlando in questo caso di due capolavori cinematografici come “Parasite” e “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”. Il primo infatti ha contribuito a modernizzare, ad estremizzare con toni più cupi e neri quella critica sociale e quel ribaltamento di ruoli già lanciati dal secondo. Sul film della Wertmüller bisogna poi dire che Östlund ne attigge a piene mani anche a livello narrativo ripercorrendo la storia di un naufragio di una nave da ricchi su un’isola deserta dove i ruoli si sovvertono. E’ stato poi aiutato dalle ipocrisie e dalle falsità del mondo della moda che ben si prestavano al suo cinema da invettiva.
La vittoria a Cannes e le controversie
Sebbene per il presidente della giuria di Cannes 2022 Vincent Lindon i giurati abbiano raggiunto , a suo dire, verdetti unanimi nell’assegnazione dei premi così la critica nei confronti di “Triangle of Sadness” non è stata unanime. Non è mancato infatti chi ha storto il naso sul verdetto della giuria parlando di un film eccessivamente volgare e che non è al livello dei già citati predecessori pur volendo giocare con lo stesso tipo di provocazione. E chissà se al posto di una Palma d’oro ridondante sarebbe stato meglio il riconoscimento ad un regista mai premiato a Cannes come Mario Martone per il suo romantico e cupo “Nostalgia”.
Stefano Delle Cave