Triple H – la storia del re dei re

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Triple H ha avuto una carriera a dir poco incredibile, sia per longevità che per riconoscimenti ottenuti. È considerato uno dei migliori heel della storia e ha preso attivamente parte a molte delle storyline più apprezzate dai fan.

Gli inizi in WCW

Paul Levesque si appassionò al wrestling sin da bambino, sognando di poter seguire le orme di Ric Flair: il suo idolo. Nel 1994 riuscì ad ottenere un contratto con la WCW. L’avventura in questa federazione durò solo un anno ma riuscì a fargli guadagnare una buona fama interpretando il personaggio di un cattivo aristocratico. L’anno dopo passò in WWF e così iniziò la sua ascesa verso la gloria.

Triple H in WWF

Triple H – fonte ringsidnews

Appena arrivato in WWF prese il ringname di Hunter Hearst Helmsley, il cui abbreviativo Triple H è il nome con cui è ancora oggi conosciuto. In meno di un anno conquistò il titolo intercontinentale che detenne per quattro mesi.

La D-generation X

Nel 1997 dette vita ad una delle stable più famose nella storia della federazione: la D-X. Il team divenne subito famoso a causa dei promo fin troppo volgari di Triple H e Shawn Michaels con lo slogan “suck it”. Quando HBK subì un infortunio fu lo stesso Hunter Haerst Helmsley a diventare il leader della stable. È celebre l’episodio in cui la D-X cercò di far irruzione nell’arena WCW con un carrarmato. Appena abbandonata la squadra vinse il suo primo WWF Championship e diede inizio a una rivalità con Vince MacMahon sposando sua figlia Stephanie, moglie di Triple H anche nella vita reale dal 2003. Prese così il soprannome di “The Game”.

L’Evolution

Evolution – fonte WWE

Nel 2002 venne nominato come primo World Haevyweight Championship nella storia. Iniziò ad essere far squadra con il suo idolo d’infanzia Ric Flair. A gennaio del 2003 nacque l’Evolution che includeva il migliore del passato (Ric Flair), il migliore del presente (Triple H) e il futuro della compagnia (Batista e Randy Orton). La stable riscosse un ottimo successo e durò nella sua formazione originale finché The Game tradì Randy Orton, diventato il più giovane campione del mondo (2004). Triple H sconfisse lo stesso Orton e riconquistò la cintura proprio grazie all’aiuto dell’Evolution. Nel 2005 fu Bastita, neo vincitore del Royal Rumble Match, a tradire The Game e Flair nel famoso segmento del contratto in cui Batista emulò il gesto del pollice prima in su e poi abbassato che dette vita al pestaggio dell’ex compagno Orton pochi mesi prima. Dopo aver perso il titolo contro lo stesso Batista a Wrestelmania XXI si prese una pausa. Triple H tornò dopo quattro mesi attaccando Ric Flair, ponendo definitivamente fine a ciò che restava dell’Evolution.

Il turn face di Triple H

Tornato in faida con Vince MacMahon, The Game si ricongiunse con HBK ridando vita alla D-X per sconfiggere lo storico nemico della squadra. Dopo 4 anni passati da heel Triple H effettuò così un turn face. Sconfitto il capo della federazione la squadra entrò in faida con Randy Orton, uno dei nemici storici di The Game, e Edge. Durante un tag team match subì un brutto infortunio che pose fine a questa lunga reunion della D-X.

Triple H contro la Legacy

Nel 2009 Triple H fu coinvolto in una rivalità con “The Viper” Randy Orton che aveva attaccato Vince MacMahon procurandogli un infortunio. The Game rispose al telecronista dicendo che Orton avrebbe pagato per aver attaccato suo suocero, ponendo così fine alla storica faida con il leader della WWE e facendo coincidere la sua vita reale, in cui era sposato con Stephanie MacMahon, con la storyline del suo personaggio. Per affrontare la Legacy, team capitanato da Randy Orton, contro cui aveva subito numerose sconfitte a causa dell’inferiorità numerica, Triple H si rivolse al suo amico Shawn Michaels che aveva abbandonato la WWE e lavorava in un fast food. La ritrovata D-X sconfisse la Legacy ponendo fine alla rivalità.

La fine di un’era

Wrestelmania XXVIII – fonte WWE

A Wrestlemania XXVIII sfidò The Undertaker in un match conosciuto come “la fine di un’era”. Durante lo scontro, in cui era coinvolto anche HBK come arbitro speciale, Triple H usò tutte le sue carte migliori senza però riuscire a porre fine alla striscia d’imbattibilità dell’Undertaker. Alla conclusione del match i tre atleti si abbracciarono in segno di rispetto reciproco. Da qui in poi le apparizioni sul ring di The Game divennero sempre più sporadiche.

The Authority

Evolution reunion – fonte WWE

Nel 2013 Triple H tornò ad essere heel tradendo Daniel Bryan e permettendo a Randy Orton di tornare campione del mondo. Dette vita a un gruppo chiamato The Authority e affermò che in quanto membro della famiglia MacMahon e dirigente WWE avrebbe fatto di tutto per il bene del business, ritenendo Bryan un “B player” inadatto a diventare il volto della federazione. Fu sconfitto da Bryan nella storica cornice di Wrestlemania XXX. Nella puntata di Raw del giorno dopo Triple H riformò l’Evolution con Orton e con il rientrante Batista, ma l’intromissione dei membri dello Shield, che proprio in quest’occasione divennero face tradendo colui che li aveva assunti come guardie dell’Authority, gli impedirono di sottrarre la cintura a Bryan. L’Evolution uscì sconfitto dal feud con lo Shield e si sciolse nuovamente. Ma con un colpo di scena fu Triple H a sconfiggere i ribelli corrompendo Seth Rollins e portando allo split della stable avversaria in uno dei segmenti più sconvolgenti dell’epoca.

Il ruolo ad NXT

Negli ultimi anni Triple H ha lottato molto sporadicamente e si è concentrato soprattutto nella carriera dirigenziale, guidando i giovani talenti di NXT. Nonostante sia stato spesso criticato da una parte di pubblico i risultati che ha conseguito sono incredibili e le stable a cui ha preso parte sono ancora oggi ricordate con nostalgia. Il più grande heel della storia.

Pagina Facebook Metropolitan Magazine Italia : https://www.facebook.com/metropolitamagazineitalia

Pagina Facebook Metropolitan Wrestling : https://www.facebook.com/wrestlingmetropolitan

Twitter Metropolitan Magazine Italia : https://wwww.twitter.com/MMagazineItalia