Trump annulla tutto: non incontrerà Kim Jong-un

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Di Redazione Metropolitan

Trump annulla lo storico vertice con Kim Jong-un previsto per il 12 Giugno prossimo. La notizia è un fulmine a ciel sereno visti gli ultimi avvenimenti. Proprio oggi la Corea del Nord ha smantellato il sito nucleare di Punggye-ri alla presenza dei media stranieri. Nonostante ciò Trump ha fatto seguire i fatti alle minacce di due giorni fa.

La lettera di Trump. (Foto dal web)

In una lettera destinata al leader nordcoreano, il Presidente si dice amareggiato per l’occasione persa. L’inasprimento dei rapporti nelle ultime ore è dovuto alle dichiarazioni del Segretario di Stato Pence, il paragonare la Libia di Gheddafi alla Corea di Kim ha scatenato le ire di Pyongyang. Il riferimento al defunto leader libico è stato percepito come un aperta minaccia. Lo stesso Gheddafi che, sotto pressioni occidentali, aveva accettato di rinunciare allo sviluppo nucleare agli inizi degli anni 2000 in cambio di un alleggerimento delle sanzioni. Lo stesso Gheddafi che venne poi deposto da una rivolta popolare nel 2011, con l’appoggio statunitense. Le parole di Pence hanno fatto fare alle trattative un balzo all’indietro di mesi, incredibilmente era stato Trump a mediare le dichiarazioni del Segretario di Stato:

 “Il modello della Libia non è quello che abbiamo in mente quando pensiamo alla Corea del Nord”

Ma ormai il danno era fatto, tutto saltato, o quantomeno rinviato.

“Per il bene di entrambe le parti, ma a danno del mondo, il meeting non si svolgerà. Aspettavo con ansia di essere lì con lei. Tristemente, sulla base della enorme rabbia e dell’aperta ostilità mostrata nella sua recente dichiarazione, ritengo inappropriato, a questo punto, che si tenga questo incontro da lungo tempo pianificato. Lei parla delle sue capacità nucleari, ma le nostre sono così enormi e potenti che prego Dio non dovranno mai essere usate. Il mondo, ed in particolare la Corea del Nord, ha perso una grande opportunità per una pace duratura e una grande prosperità e benessere”

Parole che pesano come un macigno sulla via della pacificazione tra Stati Uniti e Corea del Nord.