L’ultra fast fashion «è un modello di business costruito attorno allo sfruttamento dell’ambiente e delle persone, che si basa sulla mancata applicazione delle normative volte a proteggere l’ambiente – e la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei consumatori – che attraversano abitualmente la linea rossa della regolamentazione». Queste le parole di introduzione del report di Greenpeace Germania, “Taking the Shine off SHEIN”, uscito in occasione del Black Friday.
Ultra Fast Fashion: il caso SHEIN
“Taking the Shine off SHEIN: A business model based on hazardous chemicals and environmental destruction”. È il titolo del report con cui Greenpeace affermerebbe che il colosso dell’ultra fast fashion immetterebbe sul mercato prodotti contenenti sostanze chimiche pericolose per la salute delle persone e dell’ambiente.
Sono stati esaminati 42 articoli ordinati dal sito in cinque paesi europei e su 5 acquistati in un pop-up store a Monaco. Questi sarebbero stati sottoposti a un’analisi chimica eseguita da un laboratorio indipendente.
Le sostanze chimiche
Sempre secondo quanto riportato nel report, sui 47 prodotti, 7 conterrebbero sostanze chimiche pericolose in eccesso rispetto ai limiti normativi dell’Unione Europea. «Un totale di 15 prodotti contengono sostanze chimiche pericolose a livelli preoccupanti (32%)».
«Almeno una sostanza chimica pericolosa è stata quantificata in 45 dei 47 prodotti, sebbene la maggior parte si trovasse a livelli relativamente inferiori». Questo è quanto afferma Greenpeace. Altre sostanze trovate sarebbero alchilfenoli etossilati, metalli pesanti nelle parti metalliche e metalli pesanti/metalloidi in plastica e materiali rivestiti.
Martina Cordella