E’ uscito il 1 dicembre l’album di Francesca Trissati, la rocker italiana che con “Un lungo viaggio” veste la femminilità di grinta e coraggio: il debutto con un album che parla ai giovani dei giovani.
Francesca TrissatiFinalmente la scena rock torna a essere donna, questa volta con gli occhi azzurri e una bella determinazione. La conosciamo per la prima volta così, infatti, Francesca Trissati: un groviglio di parole e note che si snoda in un bel viaggio emozionale. Otto tracce tra il cantautorato femminile e il rock, che ci gettano direttamente nei meandri di terre da esplorare. E che “Un lungo viaggio” e queste terre siano le nostre nascoste paure e la santa voglia di vivere è sicuramente una bella scoperta di cui meravigliarsi.
Un debut album per la cantante romana che dimostra versatilità vocale e una grande capacità compositiva, esaltata dall’ottimo lavori dei produttori. Un sound che prende l’aggressività del rock e la poesia del cantautorato e compone così il ritratto di un’artista, e d’una donna, che sa quel che fa. Una dolce presa di coscienza, una tenera consapevolezza delle debolezze di cui canta.
Passione, ricerca, identità: perchè solo con passione possiamo cercare la nostra identità. E Francesca Trissati fa “Un lungo viaggio” proprio per scoprirla.
Un album che è come un monito, che sembra più un racconto che pura melodia, oltre un sound accattivante e dal piglio ruvido, che prende spunto dal rock femminile italiano degli anni duemila, alla Carmen Consoli, Cristina Donà o Nada.
Un debutto che già delinea lo stile e la firma della TRISSATI; prodotti da Massimo Zuccaroli, Paolo Micioni e Pietro Micioni già responsabili di progetti discografici di Tiromancino, Niccolò Fabi, Gazebo, Marina Rei, Banco del Mutuo Soccorso, Traks e molti altri, questi otto brani cercano di rivoluzionare l’attuale scena musicale. E Francesca Trissati lo fa con la voglia di raccontarsi, ma soprattutto di raccontare.
“E’ un concept album in cui ho cercato di affrontare tutti i miei demoni personali facendo pace con le parti di me che non riconoscevo, rifiutandole. Questo è il filo conduttore degli 8 brani presenti nel disco. Ognuno di essi rappresenta una tappa precisa di questo lungo viaggio che culmina con l’esperienza di ritrovare se stessi che è un po’ come tornare a casa”.
Ce lo racconta così Francesca Trissati quest’album che è davvero un viaggio spirituale, “ripercorrendo queste tappe si manifesta così la necessità di affrontare tematiche come in “Mille pensieri” quali il senso di inquietudine che spinge da dentro e ci da la impulso per un cambiamento. “Nigredo” che invece rappresenta proprio quel periodo di intenso smarrimento che lascia intravedere che qualcosa sta cambiando. Lo stesso titolo Nigredo è una parola latina che vuol dire oscurità. Si tratta dell’oscurità che precede il ritrovare i propri punti fermi.
Quello che troverete nell’album l’ha già spiegato così Trissati; a me non spetta che raccontarvi cosa ho visto quando, ascoltando “Un lungo viaggio” mi son sdraiata sotto le coperte e, indubbiamente, ho chiuso gli occhi:
i demoni possono avere occhi belli, a volte, ed è per questo che temiamo di guardarli: per scoprire che, forse, è possibile persino amare la verità. Per capire questo, però, per otto tracce ho dovuto fare anche io “Un lungo viaggio“. Ora tocca a voi.
Rossella Papa