Unabomber, riaperto il caso dopo un’inchiesta giornalistica

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Di Stefano Delle Cave

16 anni dopo l’ultimo attentato esplosivo, la procura di Trieste ha annunciato di aver riaperto il caso di Unabomber. È il misterioso attentatore che aveva terrorizzato l’Italia del nordest con 28 bombe piazzate dal 1994 al 2006. Il caso era stato definitivamete archiviato nel 2016 quando era stato prosciolto l’unico accusato degli attentati, l’ingegner Elvo Zornitta. Il motivo che la prova regina costituita da un coltellino rinvenuto in un ordigno era stata manomessa da un poliziotto della scientifica. Ora la riapertura del caso dopo un’inchiesta giornalistica e l’esposto di un giornalista e due vittime.

Unabomber, la riapertura del caso

Unabomber, fonte cdt.ch

Greta Momesso e Francesca Girardi sono due vittime di Unabomber. La prima ha perso un occhio e tre dita dopo aver raccolto un pennarello esplosivo sulla riva del Piave mentre la seconda si ferì alla mano a causa di una candela bomba nel duomo di Motta di Livenza. Entrambe insiema al giornalista Marco Maisano hanno presentato un esposto alla procura di Trieste per far riaprire le indagini sul misterioso attentatore dopo un docufilm di Rai 2.

“Verificheremo se da tutto il materiale organico allora repertato è stato estratto o meno il Dna E’ possibile che in alcuni casi, con i metodi utilizzati allora, non fosse ritenuto estraibile, mentre con quelle attuali magari sì. Quindi dobbiamo constatare se c’è del materiale utilmente sottoponibile a indagini genetiche”. È quanto ha detto il procuratore capo di Trieste Antonio De Nicolo dopo l‘annuncio della riapertura del caso 16 anni dopo l‘ultimo attentato di Unabomber.

I nuovi elementi

Le indagini che saranno condotte dallo stesso De Nicolo e dal pm Federico Frezza, ultimo pm ad indagare sul pericoloso attentatore, partiranno dai due elementi fondamentali che hanno convinto gli inquirenti ad aprire il caso scaturiti dall’docufilm della Rai. Si tratta di un capello bianco rinvenuto su un uovo inesploso dopo l’acquisto in un supermercato di Portogruaro e ad alcuni peli in una altra bomnba inesplosa in un vigneto a San Stino di Livenza ritrovati grazie all‘inchiesta giornalistica che ha messo in evidenza la possibilità di analizzare i reperti con le nuove tecniche investigative.

Saranno poi analizzati tutti gli altri reperti sfrutttando, come dichiarato da De Nicolo, le sofisticate tecniche attuali e l’esistenza dal 2016 di una banca del Dna per ritrovare nuovi elementi utili non rintracciati all’epoca della precedente inchiesta. Il reato che è stato ipotizzato è sempre quello dei procedimeti passati: attentato con finalità di terrorismo.

L’unico indagato

Nel 2004 fu iscritto nel registro degli indagati come probabile Unabomber l’ingegner Elvo Zornitta. Ad incastrarlo un lamierino rinvenuto in un ordigno. Il procedimento a suo carico venne poi archiviato nel 2016 dopo che si scoprì che la prova compromettente era stata manomessa dal poliziotto della scentifica Ezio Zernar. L’agente venne processato per aver manomesso il reperto mentre Zornitta fu risarcito che non 300.00 0 euro da lui mai ricevuti . Il tutto, ha spiegato lo stesso Zornitta, perchè “si è messo di mezzo l’avvocatura dello Stato che ha presentato ricorso per non pagare nemmeno quel poco che mi era stato riconosciuto”. Zornitta al tempo stesso si ritiene anche lui vittima di Unabomber anche se non mutilato perchè le indagini contro di lui gli hanno fatto perdere il lavoro e ad accumulare debiti per pagare periti e avvocati.

Stefano Delle Cave

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