Il 17 marzo 1861 veniva sancita l’Unità d’Italia con il nostro paese che, dopo essere stato a lungo diviso in più stati, diventava una nazione grazie al riscatto del Risorgimento italiano. Un idea di riscatto oggi quanto mai attuale. Una nuova rivoluzione è necessaria ora che l’Italia si ritrova a combattere il coronavirus, un nuovo e terribile nemico invisibile.
Il richiamo all’Unità d’Italia del presidente Conte
Oggi più che mai occorre essere uniti per poter uscire da questa terribile crisi che affligge il nostro paese. È il richiamo all’Unità dell’Italia del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in occasione della presentazione del decreto “Cura Italia”, stillato per aiutare l’economia e le aziende del paese danneggiate dal coronavirus. “Uniti ce la faremo. Gli italiani che lavorano sono in trincea. Gli italiani che restano a casa sostengono gli altri. Non pensiamo di poter combattere l’alluvione con gli stracci e i secchi. Stiamo cercando di costruire una vera e propria diga per proteggere imprese, famiglie e lavoratori”, ha detto il premier per cui “possiamo essere orgogliosi di essere italiani, insieme ce la faremo”.
Un giorno particolare
La festa dell’Unità d’Italia assume dunque un valore fondamentale. Si proprio oggi in questa giornata particolare dove mancheranno le grandi celebrazioni a causa della quarantena, dove persino Palazzo Carignano, la sede del primo parlamento italiano, resterà chiusa, dove dobbiamo a lottare insieme più che mai come stiamo già facendo. Basti pensare ai medici e agli infermieri che lavorano uniti da nord a sud senza sosta per salvare i malati del nostro paese, ai camionisti che consegnano alimenti e medicine a tutta Italia. Basti pensare ai semplici italiani che si riunisco cantando l’”Inno di Mameli” o semplicemente accendendo una candela per dire “io ci sono e non mi arrendo”.