L’Universal Pictures si scusa con Laverne Cox e comunica che “Una donna promettente” verrà ridoppiato in Italia. L’uscita del film di Emerald Fennell era prevista nelle sale italiane per oggi, 13 maggio, ma è stato rinviato a seguito delle proteste della comunità trans.
Le polemiche si sono scatenate quando, lo scorso 6 maggio era stata rilasciata una clip in italiano della pellicola pluricandidata agli Oscar. Il video mostrava un dialogo tra Cassie e Gail, rispettivamente interpretate da Carey Mullligan e Laverne Cox (“Orange is the New Black“). Per doppiare il personaggio di Gail, con il volto dell’attrice trans Cox, la produzione ha tuttavia scelto una voce maschile, quella di Roberto Pedicini.
L’Universal “apre gli occhi”e ridoppia “Una donna promettente”
Un portavoce della Universal Pictures International si è scusato con l’attrice Laverne Cox a nome della casa di produzione dichiarando: “Siamo profondamente grati a Laverne e alla comunità transessuale per averci aperto gli occhi su pregiudizi che molti di noi dell’industria non avevano riconosciuto.“
La nota continua: “Anche se non c’era alcun intento maligno dietro questo errore stiamo lavorando per sistemarlo. Abbiamo iniziato a doppiare di nuovo con attrici femminili la voce della signora Cox nei nostri territori internazionali e abbiamo rimandato le uscite per assicurarci che sia disponibile la versione corretta“.
La decisione a seguito dell’intervista a Vittoria Schisano sul Guardian
Il Guardian, in un articolo pubblicato nella giornata di ieri, riporta le parole di Vittoria Schisano, attrice e doppiatrice italiana che riporta anche la sua esperienza come membro della comunità trans: “Penso che questa scelta di doppiaggio sia stata un vero e proprio atto di violenza. È offensivo. Mi sarei sentita bullizzata se fossi stata in lei“.
Nonostante l’ambiente del doppiaggio italiano sia prevalentemente bianco e cisgender, come non manca di sottolineare lo stesso articolo, firmato da Stefania Sarrubba, la decisione della Universal di cambiare il doppiaggio in corsa (forse più a posteriori), mette in luce sì i pregiudizi ancora radicati in un’industria che sta cercando di muoversi verso una maggiore rappresentatività, ma soprattutto il tentativo di andare oltre ad essi e migliorare nell’ottica di una vera inclusività che dia piena voce alle minoranze.
Debora Troiani
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