USA e Cina: inizia il disgelo ma non su Taiwan

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Di Mario Marrandino

Il tanto atteso incontro, il primo da quando Joe Biden è presidente, tra il leader di Washington e Xi Jinping si è concluso a Bali, poco prima del G20, sugellando una ritrovata collaborazione tra le parti. Prima del faccia a faccia, tra i due, c’erano stati solo scambi telefonici o comunque digitali, di sicuro sedi inidonee per risolvere tante controversie lasciate in sospeso.

I temi caldi del confronto tra Usa e Cina

Photograph by Saul Loeb / Getty

“È semplicemente fantastico vederti”, così avrebbe esordito Biden rompendo il ghiaccio di un dialogo che invece poneva il focus su argomenti ben meno conciliatori: questione ucraina, Taiwan, diritti umani ed economia, praticamente quattro discorsi consequenziali e di certo interconnessi. I due leader hanno dimostrato, dalle reciproche maestranze innanzi alle bandiere cinesi e statunitensi, d’esser consci di avere sulle spalle le aspettative della comunità internazionale: cooperare per evitare ulteriori escalation dalla difficile gestione, basti pensare ai recenti allarmismi circa la visita di Nancy Pelosi a Taiwan o, ancor prima, all’incerta posizione di Pechino sull’Ucraina; eventi a causa dei quali gli occhi del mondo si sono sgranati per il timore di azioni imprevedibili da parte di ambo le parti.

Taiwan

Biden ha parlato di un incontro basato sulla limpidezza tra i due interlocutori, dal quale è emerso sì uno spirito di ritrovata collaborazione, ma non di tacita accettazione delle richieste reciproche. La questione di Taiwan, che è al centro del dibattito internazionale tra USA e Cina, riferisce Xi, “è la prima linea rossa che non deve essere superata nelle relazioni fra i due paesi”. “Chiunque cerchi di dividere Taiwan dalla Cina violerà gli interessi fondamentali della nazione cinese; il popolo cinese non lascerà assolutamente che ciò accada”, così un report del ministero degli esteri di Pechino. Il presidente cinese quindi non indietreggia d’un passo sulla “One China Policy”, soprattutto in virtù del recente XX Congresso del Partito Comunista, in cui il punto della riunificazione territoriale con Taipei è stato nevralgico e caratterizza una scelta strategica da consolidarsi entro il 2049, anche con la forza. 

Kyiv

Per quanto concerne il dibattito circa il conflitto russo-ucraino, le parti hanno trovato un punto d’incontro più coerente e nonostante le dubbie posizioni ad inizio conflitto di Pechino, soprattutto date da più e più parallelismi ideologici intercorrenti tra la situazione in Europa e quella a Taiwan, ad oggi il percorso intrapreso è diverso e Xi Jinping lo ha specificato a chiara voce: “La Cina è fin dall’inizio dalla parte della pace”. Entrambe le parti sono in netto contrasto all’utilizzo di armi nucleari, ne scoraggiano e scongiurano l’utilizzo, rivendicando invece il reciproco impegno al dialogo e alla mediazione.

Diritti umani ed economia

Il tema dei diritti umani è stato in breve risolto come un tentativo di ingerenza in affari non competenti ad altri se non alla Cina stessa, parliamo del fatto che la comunità internazionale pone sotto i riflettori da anni le violazioni che si perpetrano nei territori dello Xinjiang ai danni delle minoranze. Anche dal punto di vista commerciale il discorso è stato risolto con una massima diremmo semplicistica, che lascia spiragli di future concorrenze leali, ma dal dubbio gusto. Xi: “Il mondo è abbastanza grande per due potenze” e ancora, parlando dei successi delle due nazioni, “sono opportunità, non sfide, l’uno per l’altro”. Legittimamente, sarebbe da chiederci se la torta al cioccolato la mangiano solo in due, tutti gli altri invitati alla grande festa del mercato globale si dovranno accontentare delle briciole o, peggio ancora, dei biscotti secchi che non piacciono a nessuno?

Mario Marrandino

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