Rilievo murale e la casa-museo di Asger Jorn

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Nella riviera ligure di ponente, più precisamente ad Albissola, si trova Casa Jorn, dimora, dal 1957,
dell’artista danese Asger Jorn durante la sua permanenza in Liguria, ed oggi museo dove troviamo
molte sue opere tra le quali anche il Rilievo murale.

L’arrivo ad Albisola dell’artista fu fortemente voluto da Enrico Baj e da Sergio Dangelo, due figure molto importanti in campo artistico nell’Italia di metà novecento e con i quali Jorn teneva da tempo
un ottimo rapporto epistolare. Arrivò in Liguria nel 1954 e, tre anni più tardi, Jorn riuscì ad acquistare una casa nel quartiere Bruciati per poi poterla sistemare nella maniera che avrebbe preferito, facendola diventare una vera e propria opera d’arte. La casa era situata vicino alle fornaci dove si fabbricavano le ceramiche con le quali l’artista lavorò molto per creare la sua dimora poetica. In ogni angolo della casa si respira poesia e tra mosaici e stesure pittoriche ci troviamo dentro ad un vero e proprio museo.

Il “Rilievo murale”

Rilievo murale (Asger Jorn) - Photo Credits ligurianotizie.it
Rilievo murale (Asger Jorn) – Photo Credits ligurianotizie.it


L’opera che ho preso in considerazione, Rilievo murale è datata 1970; in terracotta smaltata. Molto importante in chiave di lettura dell’opera e, più in generale, delle opere dell’artista, è la volontà di usare
espressioni artistiche popolari, lontane dalle accademie e dalle avanguardie, opere molto personali e
cariche di creatività spontanea. Questo si può benissimo notare nel Rilievo murale dove le
ceramiche sono state impostate perfettamente in un muro per poi essere smaltate con colori caldi e
freddi che riprendono proprio quelli della natura.

Il rilievo nacque dopo che Jorn fece ritorno dai viaggi di lavoro all’estero, tra cui ricordiamo
Randers, Odense e Aarhus, che gli avrebbero permesso di guadagnare soldi per il divorzio, per poi
concentrarsi appieno sulla casa-museo di Albisola. Si dedicò quindi tra le molte opere a questo
rilievo, di misure 400×100 cm, in cui testò gli smalti previsti per l’opera in grande che l’artista
voleva applicare sulla parete esterna della casa, poi applicata alle pareti della sua cucina, mentre il
nostro rilievo lo troviamo all’esterno della veranda.

L’espressione artistica

Il rilievo, come del resto tutte le opere di Jorn, mostra un’espressione artistica libera da qualsivoglia
ruolo sociale e categoria estetica, seguendo proprio il suo orientamento marxista. Libera inoltre da
qualsiasi riflessione, guardando il mondo solo con gli occhi proprio come i bambini da lui tanto
ammirati e, non a caso, in Casa Jorn, troviamo ceramiche su cui si possono notare pitture dei figli
dell’artista.
L’opera ci mostra tutta la carica vitale tramite un segno-gesto curvilineo che ci rimanda agli
ornamenti scandinavi arcaici intagliati nel legno o incisi nelle pietre.

In quest’opera trapela la volontà di Jorn di creare una nuova unità di stile che riconducesse più
forme artistiche, in questo caso architettura e pittura, a un’idea di Gesamtkunstwerk di impronta
Wagneriana. D’altronde l’artista si ispirò molto alla cosiddetta arte totale dell’amico Fontana,
dove le varie “categorie” dell’arte confluiscono in una nuova dimensione in cui non vi è più una
distinzione tra i generi.

Un’arte utile e immaginativa

La sua è un’arte libera dall’accademismo e da ogni vincolo estetico, che attingerà direttamente alla natura e alla materia, tramite i suoni o, come in questo caso, tramite i colori. Non si proponeva di essere un’arte “bella” ma un’arte utile, necessaria. Siamo nel 1955, un anno dopo il suo arrivo ad Albissola, e Jorn scrive:

«Se il normale, il tradizionale e il magistrale equivalgono al bello, allora il raro, il notevole e singolare devono equivalere al brutto. Viva la bruttezza, che crea la bellezza. Senza la bruttezza non esiste la bellezza, ma soltanto l’ovvietà, l’indifferenza, la noia. Il non-estetico non è il brutto, ma è il noioso». Una sorta di reazione al razionalismo e al funzionalismo.

Fonte: M. BANDINI, L’estetico, il politico. Da Cobra all’Internazionale situazionista 1948-1957, Costa
& Nolan, 1999.

Domina sempre l’immaginazione; è questa la caratteristica principale delle opere di Jorn. Non a
caso fin da giovane sperimentò un’arte di sessantottesca memoria, un’arte immaginativa che chiamiamo Bauhaus Immaginista, a sottolineare il distacco che volle prendere dalla Bauhaus
ulmiana
di Max Bill. Abbiamo un vitalismo irrazionalistico che si coniuga con l’automatismo
psichico surrealista, che cancella il soggetto ed esprime ogni dimensione coscienzialistica e riduce il
tutto a simbolo perché, sono proprio i simboli, disse Jorn, a giungere al mondo infinito e reale.

Rilievo Murale, qualche considerazione

Pensiamo che il Rilievo murale mostri appieno tutto ciò da noi scritto sopra: la pittura spontanea di
Jorn, l’uso del colore come continuum, il simbolo per arrivare all’infinito e al reale, i contorni
vivaci ed energici che conferiscono ancora, quel gusto proprio spontaneo. Una vera e propria rivoluzione non tanto nel mondo dell’arte in generale ma in quello più ristretto della ceramica, un’arte antichissima del quale il nostro artista si serve per creare con lo spazio rapporti totalmente inediti, in questo caso come abbiamo visto tramite il colore, ma anche, in altre opere, tramite il suono.

In questo rilievo convivono perfettamente il caldo e il freddo, colori propri della
natura. Ed è proprio quest’ultima che, tramite questa pennellata spontanea, vivace, e questi contorni,
rinasce nel simbolo inserendosi perfettamente nell’architettura circostante.

Riccardo Malarby

Seguici su Google News