La procura federale di Brooklyn (New York) sta indagando su possibili favoreggiamenti messi in atto dall’Ucraina a Donald Trump nelle elezioni americane del 2020. Secondo le accuse alcuni funzionari ucraini avrebbero prodotto fake news e teorie complottistiche usando come tramite l’avvocato personale di Donald Trump ed ex sindaco di New York Rudy Giuliani.

UcrainaGate: gli antefatti

Non è la prima volta che si parla di relazioni tra Donald Trump e l’Ucraina. Il 19 Dicembre 2019 infatti veniva ufficialmente avviata la procedura di impeachment per rimuovere l’allora presidente Donald Trump dal suo ruolo. Il motivo erano gli sforzi del presidente Trump e dei suoi collaboratori di costringere l’Ucraina a rilasciare prove o documenti compromettenti su Joe Biden, che pochi mesi dopo sarebbe diventato il candidato alla presidenza del partito democratico e poi il vincitore delle elezioni del 2020. Altro capo di imputazione erano relativi alle disinformazione riguardo le interferenze russe nelle elezioni del 2016.

Trump aveva utilizzato molti membri dello staff all’interno e all’esterno della sua amministrazione, tra cui il suo avvocato personale Rudy Giuliani e il procuratore generale William Barr, per fare pressione sull’Ucraina e su altri governi stranieri affinché cooperassero nel sostenere e screditare gli avversari politici di Trump. L’impeachment, poi archiviato, non è però un processo giudiziario, ma politico, e se Trump è riuscito a uscirne indenne (così come anche con il secondo impeachment) nelle aule giudiziarie le cose potrebbero andare diversamente.

Trump, Rudy Giuliani e l’Ucraina: una nuova inchiesta

L’indagine della procura federale di Brooklyn è iniziata negli ultimi mesi dell’amministrazione Trump ed è distinta da un’altra già in corso relativa ai rapporti di Rudy Giuliani in Ucraina. Le indagini si stanno invece concentrando su funzionari ucraini (sia ancora in carica che “vecchi”) che sono sospettati di aver cercato di influenzare le elezioni del 2020 spargendo disinformazione su Joe Biden attraverso la figura di Rudy Giuliani. In particolare si indaga su un viaggio in Ucraina dell’ex sindaco di New York nel 2019. In questo viaggio Rudy Giuliani avrebbe visto tra gli altri anche Andriy Derkach, membro del parlamento ucraino e secondo il dipartimento del tesoro “un agente russo attivo per oltre un decennio”, educato alla scuola del KGB di Mosca.

Secondo l’accusa gli attacchi di disinformazione avvenivano da due direzioni: collezionare informazioni false sul ruolo di Joe Biden in Ucraina come vice presidente e fare pressioni per incitare a indagini sul Joe Biden e il figlio Hunter Biden, che era stato membro del consiglio di amministrazione della Burisma Holdings, azienda che opera sul mercato ucraino.

Nel maggio 2020 quando è stata confermata la nomina di Joe Biden come ufficiale candidato alla presidenza per il partito democratico, Andriy Derkach ha pubblicato una serie di registrazioni di telefonate tra l’allora vice presidente Biden e l’allora presidente Ucraino Petro O. Poroshenko. Derkach affermò che le registrazioni fossero la prova dei tentativi di corruzione di Joe Biden e del figlio Hunter Biden. Il dipartimento del tesoro ha poi accusato Derkach di aver diffuso registrazioni montate e altre informazioni non supportate. Nel corso della campagna elettorale però Donald Trump e i suoi alleati hanno fatto più volte riferimenti a fake news e teorie del complotto promosse da Derkach.

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