Cinema

“Vacanze Romane”: Vespa, gelato, anguria nell’Agosto 1953

Era l’estate del 1952. Gregory Peck, abitò per un breve periodo in una villa della campagna romana, proprio durante la lavorazione del film a Cinecittà. E la cuoca Adelaide, pur originaria di Grottammare, come riporta il vecchio articolo del Corriere della Sera, serviva a lui e ai suoi ospiti degli spaghetti alla carbonara, della pizza e dei pomodori ripieni di riso. Altro che il piccolo cono gelato sulla scalinata di Trinità dei Monti, comprato da Audrey Hepburn, che spende le sue mille lire in un paio di scarpe alla moda, un nuovo taglio di capelli e l’anguria. Italia chiama America: il film girato era “Vacanze Romane“, che promuoverà la città eterna oltreoceano. Su una lambretta, leggiadra, come alata, pronta a sgasare.

Fascino e innocenza a due ruote

“Vacanze Romane”, foto da Archivio Castel Sant’Angelo

L’amore non può che essere raccontato a Roma. Era Agosto, la città ancora si svuotava in quel periodo. A girovagare nella calura, tra i rumori amplificati di una capitale deserta, qualche turista. Tutti i romani rimasti, venivano arruolati come comparse. 1.500.000 dollari sborsò la Paramount per il film che si finirà di girare a Settembre. Una giovane principessa (Audrey Hepburn) di nome Ann, erede al trono di una nazione non specificata, era la protagonista. In realtà la storia era ispirata all’amore vero della principessa Margaret d’Inghilterra, sorella della regina Elisabetta II, e il colonnello eroe di guerra Peter Townsend. Che, due anni prima, erano scappati in Italia per una vacanza in anonimato.

La regia inizialmente doveva essere di Frank Capra. Solo in seguito fu affidata a William Wyler, che si diletta per la prima volta nel sentimentale, abituato alle storie massicce di ‘Ben Hur‘. E il ruolo del giornalista della testata americana, Joe Bradley interpretato da Gregory Peck, era stato proposto a Cary Grant, affiancato da Elizabeth Taylor. Ma l’attore aveva rifiutato, affermando di essere troppo vecchio per recitare un ruolo romantico. Forse poco incline a guidare ‘la regina di Pontedera’: il modello 125 della Piaggio lanciato dal film, e spopolato così anche in America. Grazie, pure, all’invenzione “delle rate per il pagamento”. La Vespa usata nel film, ha sostituito il calessino che da copione doveva girare per Roma. Fu proprio Enrico Piaggio a proporre l’idea di quel modello nelle scene, conosciuto anche con il nome di Farobasso, per quel fanale posizionato sul parafango anteriore. E, per non distogliere l’attenzione dello spettatore dalla storia, si preferì girare il film in bianco e nero. Nonostante si potesse già utilizzare all’epoca la pellicola a colori. Altre fonti attribuiscono la scelta al risparmio.

Roman Holiday 

E a mezzanotte, me ne tornerò, simile a Cenerentola, là da dove sono evasa.” – dice la Hepburn a Peck. E lui le risponde: “E sarà la fine di una bella favola”. Roma è l’evasione da fiaba in “Vacanze Romane“: in una sceneggiatura che fu scritta anche da i “nostri” Suso Cecchi D’Amico e Ennio Flaiano. Quest’ultimo era solito dire: «Se il film dovesse risultare come la sceneggiatura meglio non farlo. Il film deve tirar fuori tutto quello che qui è sottinteso». La dimora nella capitale della principessa, è ambientata nel maestoso palazzo Barberini, con il suo imponente ingresso su via delle Quattro Fontane; l’incontro con Gregory Peck, con la Hepburn semi-addormentata per effetto di un sedativo, avviene presso via della Curia con l’Arco di Settimio Severo alle spalle; e il taxi conduce i due nell’appartamento di via Margutta 51, dove lei passerà la notte a casa del giornalista, e il panorama dalla finestra, è proprio quello che si vede dal soppalco e terrazzo di Via Margutta.

Il negozio di barbiere dove la principessa si fa tagliare i capelli corti per non farsi riconoscere, visto che la sua foto è su tutti i giornali, si trova in via della Stamperia; e i due protagonisti siedono al “Caffè Rocca” a fare colazione con champagne e caffè freddo, dove incontrano l’amico fotografo che comincia a scattare foto di nascosto, in via della Rotonda angolo Piazza della Minerva al Pantheon. Il commissariato dove vengono condotti dopo averne combinate di tutti i colori con Ann alla guida della Vespa, è ambientato nell’edificio dell’ex pastificio Pantanella; il finale, alla conferenza stampa della principessa, viene girata all’interno di palazzo Colonna, nella bellissima “Sala Grande”. La Vespa irrompe a gran velocità tra i tavolini di un bar a Piazza della Chiesa Nuova. Mentre il caffè che lei osserva dal furgoncino sul quale si era nascosta, è l’Antico Cafè Ruschena in Lungotevere dei Mellini 1.

Sotto casa di Wyler

La scena alla Bocca della Verità, in cui Gregory Peck infila la mano e nascondendola nella giacca fa finta di averla persa, non era stabilita. Fu una trovata dell’attore che non aveva avvisato la Hepburn, la cui reazione è reale mentre grida e cerca di aiutare Peck. È lui a spiegare l’origine del muro degli ex-voto di Roma, con i relativi cimeli appesi al muro del Castro Pretorio in viale del Policlinico, accanto alla Madonnella del Tranviere, e dice: “… cominciò durante la guerra. Gli aerei mitragliavano là, Un uomo e i suoi quattro piccini passavano per questa strada e si addossarono contro il muro per cercare scampo. Pregarono la Madonna. Le bombe caddero vicine e loro rimasero illesi. In seguito l’uomo tornò qui e pose la prima delle lapidi, e da quel giorno divenne una specie di santuario”.

In un grande appartamento in largo Elvezia, abitava William Wyler durante la lavorazione del film. E tutti i pomeriggi precedenti ai giorni in cui si giravano le scene, passavano di lì i due attori protagonisti per studiare col regista le scene. Quel copione faticoso, con Gregory e Audrey in giro a sfrecciare per Roma. Tutto, soltanto, per un bacio.

Federica De Candia Seguici su Google News

Adv
Pulsante per tornare all'inizio