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Valentina Pitzalis: “Incubo finito”, il dramma ed il calvario lungo 9 anni

Nel 2011 Valentina Pitzalis ha rischiato di morire dopo che l’ex marito (morto nel tentativo di ucciderla) le ha dato fuoco. Nel 2017 la vittima di quel femminicidio “mancato” ha rischiato di finire sul banco degli imputati con l’accusa di omicidio.

Valentina Pitzalis è uno dei simboli della violenza sulle donne. Nella notte fra il 16 ed il 17 aprile 2011 ad Bacu Abis (Carbonia) il suo ex marito Manuel Piredda con la scusa di doverle chiedere alcuni documenti la convinse a recarsi presso il suo appartamento. Una volta arrivata Valentina Manuel le getta addosso della benzina e le dà fuoco.

Nel tentativo di toglierle la vita Manuel Piredda si dà fuoco a sua volta e muore. Valentina invece, dopo essere stata avvolta dalle fiamme per venti interminabili minuti viene soccorsa. I pompieri dovranno entrare con l’autorespiratore a causa del fumo denso, e incontreranno notevoli difficoltà nell’individuare il corpo della donna. Sopravviverà ma dovrà sottoporsi a mesi interminabili di terapie e interventi chirurgici, il volto sfigurato (il fuoco le ha portato via le orecchie e il naso) e perderà la mano destra. In fondo le è andata “bene”, poteva morire.

Valentina poteva essere una delle tante, troppe, vittime di femminicidio. Donne uccise in maniera brutale dai partner o dagli ex compagni. Invece è viva, e può raccontare prima in un libro poi in un documentario, la sua storia. Le sue ferite diventano una testimonianza della violenza degli uomini sulle donne.La storia però non finisce qui. Il 5 luglio 2017 Valentina Pitzalis viene indagata per omicidio e incendio doloso. Sfugge ai più la dinamica degli eventi e soprattutto il movente di Valentina. Dall’altra parte invece era piuttosto evidente che Manuel non si volesse rassegnare alla fine del matrimonio.

Valentina Pitzalis: da vittima di femminicidio a indagata per omicidio

Roberta Mamusa, la  madre di Manuel Piredda, non crede alla sua versione dei fatti. Non crede che suo figlio possa essere stato capace di un gesto tanto atroce. È comprensibile, è una cosa terribile anche solo da immaginare. Ma la signora Mamusa crede anche che sia stata Valentina a uccidere l’ex marito. Non era la prima volta che la madre di Manuel accusava la Pitzalis: nel 2016 i legali della famiglia presentano una denuncia per omicidio nei confronti di Valentina. Denuncia che viene archiviata e rigettata. In questi anni, racconta Selvaggia Lucarelli su Fatto Quotidiano, la madre di Piredda «apre una serie di pagine Facebook tra cui una (attiva) con 30.000 adepti». Da quelle pagine, prosegue la giornalista del Fatto, scrive cose su Valentina e soprattutto «invita i 30.000 follower a tempestare di mail chiunque la inviti in tv e realizza video in cui urla: “Non ho niente da perdere, non mi fermerò mai!”».

Il 5 luglio 2017 la donna venne indagata per omicidio e incendio doloso per la morte del marito.

Soltanto a distanza di tre anni, per Valentina Pitzalis, è arrivata l’archiviazione del caso. Secondo la sentenza del pm, infatti, ad appiccare le fiamme per uccidere la moglie fu Manuel Piredda

È la fine di un incubo durato troppi anni”, ha scritto Valentina sui social.

Pochi giorni fa è arrivata anche la condanna per diffamazione per Roberta Mamusa, madre di Manuel, che aveva definito l’ex nuora “pazza” e “stalker” in alcuni post su Facebook. La donna sarà costretta, secondo quanto stabilito dal tribunale di Cagliari, a pagare una multa di 800 euro e a risarcire Valentina Pitzalis con una provvisione iniziale di 5mila euro.

Roberta Mamusa, a seguito della notizia dell’archiviazione del caso, ha tentato il suicidio presso la sua abitazione assumendo una elevata dose di psicofarmaci. Adesso è ricoverata nell’ospedale di Cagliari e le sue condizioni sono in lieve miglioramento.

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