Van Gogh, “I mangiatori di patate” l’opera che celebra il lavoro

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Di Redazione Metropolitan

In questa opera Vincent Van Gogh vuole dedicarsi ad una questione sociale: onorare il lavoro dei contadini nei campi e farne conoscere a tutti le difficili condizioni di vita. Mostra così uno dei momenti più importanti e più intimi della giornata dei contadini del villaggio di Nuenen: il momento della cena.

Van Gogh onora il lavoro

L’opera di Van Gogh “I mangiatori di patate” è considerata da lui stesso e dalla critica una delle sue opere migliori. Prima di diventare pittore, Vincent voleva dedicarsi alla predicazione della religione tra i meno fortunati. Quando il pittore si trova nella piccola città di Nuenen, nella regione del Brabante, ne conosce e frequenta gli abitanti. Si tratta per lo più di contadini ed agricoltori. Si rende subito conto che le condizioni di vita qui sono difficili e la vita è scandita unicamente dal duro lavoro. Il villaggio di Nuenen sarà più volte protagonista dei quadri di Van Gogh, come per il quadro “Spring Garden”, il giardino di primavera a Nuenen, quadro rubato dal museo circa un mese fa.

I mangiatori di patate viene dipinto quando il pittore, colpito da questa situazione, Vincent decide di far conoscere a tutti le difficili condizioni in cui vivono i contadini di Nuenen. Li rappresenta così nel momento della cena, uno dei momenti più importanti e nel contempo più intimi della loro giornata. Scriverà al fratello in merito a questo lavoro:

«Ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole»

Vincent vuole quindi sottolineare il fatto che i protagonisti della scena mangiano con le stesse mani con cui hanno zappato la terra. E di come questi con quel lavoro manuale, onestamente si siano guadagnati il cibo.

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I mangiatori di patate in bozza in una lettere al fratello da wikipedia

“I mangiatori di patate”

La scena ritratta è un interno di una povera abitazione di contadini nel villaggio di campagna. Qui la famiglia di contadini è riunita attorno al tavolo per consumare la cena dopo la lunga giornata nei campi. L’ambiente è illuminato da una lampada ad olio la cui debole luce riflette i particolari dei protagonisti del dipinto.La luce si riflette sulle cuffie bianche delle donne, sulle tazze da caffè ma soprattutto sul piatto al centro del tavolo, il piatto di patate fumanti. La luce attraversa il fumo che sale dal piatto caldo di patate, unico conforto e riconoscimento delle fatiche della giornata. L’atteggiamento curvo della donna anziana che versa il caffè ci trasmette subito la sua stanchezza. IL giovane uomo a sinistra ha invece lo sguardo perso nel vuoto, senza speranza di riscatto dalla vita dura che traspare dai lineamenti del viso, duri e segnati. Van Gogh riesce infatti ad esaltatare questa loro fatica rendendo le loro espressioni ancora più dure, quasi al limite del grottesco.

Il chiaroscuro che c’è in questo quadro dimostra che Van Gogh era già padrone degli elementi di stile, probabilmente ispirandosi a Rembrant. Il colore del piatto di patate è molto luminoso. Questo perchè è il cibo il protagonista della cenapiù importante, attorno a cui ruotano i protagonisti, ad indicare la fame che incombe sui più poveri. Di spalle si vede una bambina, di cui Vincent non ci mostra il volto. Nel nasconderne il viso sembra quasi che la voglia salvare da questa vita di stenti. l pittore dipinge questa scena utilizzando i colori della terra, il marrone, il nero, il giallo. E’ il colore della terra che i contadini hanno zappato durante il giorno. Inoltre la cupa monocromia vuole sottolineare le difficili condizioni di vita dei contadini e richiamare il concetto di terra e lavoro.

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Braccianti nel sud – da gazzetta del mezzogiorno

Le dure condizioni di vita dei braccianti

Van Gogh era convinto che con l’arte si poteva inviare un messaggio di solidarietà sociale. Questo quadro, come altri dell’artista, fu accolto molto freddamente all’epoca della sua realizzazione. Oggi, a pochi giorni dal primo maggio, festa dei lavoratori, è d’obbligo ricordare che, a più di cento anni dal ritratto di quella realtà contadina, le condizioni dei braccianti sono ancora molto dure. Specialmente nei paesi in via di sviluppo. Anzi in condizioni ancora più brutali e disumane vivono centinaia di migranti, anche regolari, che lavorano la terra per produrre i quanto noi mangiamo ogni giorno. Lavorano in condizioni peggiori dei contadini di fine ottocento, senza vere abitazioni, in bidonville e scarsi servizi igienici. Probabilmente la sensibilità di Van Gogh oggi avrebbe ritratto anche questa realtà, che ai nostri giorni è purtroppo da molti ignorata.

di M. Cristina Cadolini