Motomondiale

Vintage MotoGP, il numero 1 nel Motomondiale

In MotoGP, molti campioni hanno optato per il numero 1 sul cupolino. Il numero è il primo segno caratteristico che si identifica guardando un pilota. Una scelta che in passato era quasi un obbligo, o magari dettata dalla voglia di mostrare a tutti l’iride faticosamente conquistata. Oggi è più una questione di marketing e difficilmente i piloti lo scelgono. Esiste anche chi ha sempre preferito sfoggiare ciò che più li caratterizzava, andando controcorrente.

La storia dei numeri in MotoGP

In passato il numero veniva deciso in base alla classifica della stagione precedente, ma non era vietato scegliere ciò che più si preferiva. Era, ed è, un segno che contraddistingue i pilota nel corso della gara e che permette delle facili comunicazioni da parte della direzione gara in caso di una penalità o una squalifica. Un’usanza che non viene più rispettata, e che era imposta dalla FIM, era la colorazione del numero. Ogni categoria aveva un caratteristico colore per il numero e per lo sfondo dello stesso.

Rainey numero 1 motogp
La caratteristica colorazione dei numeri in 500cc fino al 1991 – Photo credit: motogp.com

Ad esempio i piloti della 50cc (e poi dell’80cc) usavano un numero nero su sfondo bianco. In 125cc, fino al 1991, dovevano apporre un numero bianco su sfondo nero. Anche la 250cc aveva un colorazione caratteristica, con numero bianco su sfondo verde. La 350cc, soppressa alla fine del 1982, sfoggiava un numero bianco su sfondo blu. La 500cc, fino alla stagione 1991 compresa, era caratterizzata da numero nero su sfondo giallo. Erano delle regole da rispettare ad ogni costo, pena la squalifica. Col tempo però, anche a causa dell’avvento degli sponsor, le colorazioni e le grafiche divennero libere. L’importante è che siano ben riconoscibili.

Il numero 1 in MotoGP, da Ago fino alla scelta di Mir

Prendendo in esame la storia relativamente recente, il primo che corse con il numero 1 sul cupolino fu Giacomo Agostini. Egli vinse ben 8 titoli in 500cc (sommati ai 7 in 350cc), i quali lo mettono in cima alla classifica dei più titolati. Un numero che sicuramente ha anche portato bene ad Ago, ma non sempre nel corso della storia è andata così. La tradizione fu subito interrotta da Barry Sheene, pilota inglese della Suzuki che restò sempre fedele al suo numero 7 nonostante i titoli vinti.

Sheene numero 1 motogp
Sheene mantenne sempre l’iconico numero 7, insieme al Paperino in bella vista sul casco – Photo credit: motogp.com

Un pò come accadde e accade tuttora con Rossi e Marquez, i quali non hanno mai cambiato numero nonostante l’immenso palmarés. A rientrare nei ranghi ci ha pensato Kenny Roberts, pilota della Yamaha campione del mondo dal 1978 al 1980. Il numero 1 poi fece tappa in Italia, nel 1982 e nel 1983, quando a sfoggiarlo furono Lucchinelli e il marchigiano Uncini. Entrambi vinsero il titolo con Suzuki, senza però poi riuscire a riconfermarsi.

Da Freddie Spencer a Mick Doohan

Da Suzuki ad Honda. L’americano Freddie Spencer dà linfa all’epoca d’oro degli americani iniziata con Roberts qualche anno prima. Vince il titolo nel 1983 e sfoggia, senza fortuna, il numero 1 l’anno dopo. Tornerà a vincere nel 1985, con la storica doppietta 250cc-500cc. Da Fast Freddie, considerato da molti il più talentoso mai visto, il numero 1 in MotoGP passa ad Eddie Lawson. Lo statunitense si attesta campione nel 1984-’86-’88-’89, apponendo l’effige del campione per due volte consecutive solo in occasione degli ultimi titoli.

Lawson numero 1 motogp
Lawson, dopo aver vinto nel 1988 il titolo con Yamaha, passa in Honda nel 1989. Quell’anno vincerà il suo ultimo titolo – Photo credit: motogp.com

A batterlo sarà il mitico Wayne Rainey con la sua Yamaha Marlboro, il quale manterrà l’1 fino alla fine del 1993. Quell’anno, a Misano, un incidente lo costringerà alla sedia a rotelle. Il titolo e il numero 1 per il 1994 passa quindi nelle mani di Kevin Schwantz, che abbandona il suo iconico 34. Anche qui non fu una scelta fortunata, dato che nel 1994 ci pensò il mito australiano di Mick Doohan a mettere fine all’egemonia statunitense e strappargli il numero 1. Egli regnerà per cinque anni consecutivi (1994-1998), per poi ritirarsi alla fine del ’99 in seguito ad un grave incidente.

Dal 2000 il numero 1 in MotoGP significa sconfitta

Il successore di Doohan è Alex Crivillè, primo spagnolo a vincere il titolo nella top class nel 1999. Il suo regno durò solamente un anno, succeduto da quello di Kenny Roberts Jr su Suzuki. Anche lui fu destinato ad abbandonare il numero 1 già alla fine del 2001, quando iniziò il dominio incontrastato di Rossi. L’italiano non si separò mai dal fidato 46 ereditato da papà Graziano. Incontrastato dal 2001 al 2005, a batterlo nel 2006 ci pensò Nicky Hayden, ultimo statunitense campione del mondo. Nel 2007 esibì sul cupolino il numero 1, ma tornò al mitico 69 già la stagione dopo. Questo perché il 2007 fu l’anno di Stoner e Ducati, che nel 2008 posizionò l’1 sulla sua Ducati per la prima e unica volta nella storia della rossa.

stoner 2008 ducati
Stoner nel 2008 in sella alla Ducati. L’australiano cederà il trono a Rossi – Photo credit: motogp.com

Nel 2008 Rossi tornò a vincere e l’1 rimase nel dimenticatoio fino al 2011, quando Jorge Lorenzo lo utilizzo dopo il mondiale vinto nel 2010. La maledizione si confermò anche quella volta e il titolo ripassò nelle mani di Stoner, in sella alla Honda. Il 2012 fu l’ultimo anno da pilota dell’australiano e il titolo rimbalzò nuovamente Jorge. Questa volta però non scelse l’1 e restò fedele all’iconico 99. Non bastò per riconfermarsi, dato che sul mondiale si stava per abbattere il tifone Marquez. Dal 2012, quindi, il numero 1 in MotoGP non viene più utilizzato. Ora Mir sta pensando di riesumarlo. L’annuncio verrà dato venerdì 12 febbraio. Visti i precedenti e la grande scaramanzia dei piloti, forse lo spagnolo opterà per rimanere con il suo amato 36. O vorrà sfidare anche la sorte, oltre a tutti i suoi rivali?

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Riccardo Zoppi

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