India, arrestati almeno in otto a Beed per aver abusato di una minorenne. Costretta a sposarsi a 13 anni, picchiata dal marito poi scappata. Violentata e costretta a prostituirsi per altri due anni. La bambina si era rivolta alle autorità ma non è stata accolta. Indagati due poliziotti. Yogita Bhayana, attivista dei diritti delle donne: “L’episodio di stupro più tragico delle nostra storia“.
Bambina indiana violentata e costretta a prostituirsi per due anni
Aveva solo 13 anni quando è stata costretta a sposare un uomo molto più grande di lei che la picchiava ferocemente. E proprio quando era riuscita a scappare da un matrimonio assolutamente infelice che la situazione della bambina è peggiorata ancora di più (se possibile): ha iniziato a vivere in una stazione degli autobus è qui è stata violentata da centinaia di uomini.
Arrestati almeno in otto a Beed, cittadina del Maharasthra, per abusi sessuali nei confronti della bambina. Tra di loro i tre uomini che l’hanno sfruttata e costretta a prostituirsi per almeno due anni. Ancora più agghiacciante il fatto che la bambina, come riportato da Abhay Vitthalrao Vanave, presidente del Comitato per la protezione dell’Infanzia (India’s Child Welfare Committee, CWC), che l’ha assistita, pare abbia cercato di denunciare le violenze. Si era rivolta alle autorità competenti denunciando alla polizia gli stupri a cui era costretta. Nonostante questo nessun’azione è stata intrapresa. Due poliziotti sono attualmente indagati per la vicenda.
Un fatto a dir poco raccapricciante che ha però permesso di portare nuovamente alla luce un problema molto importante: violenza e stupro di minorenni in India. Si è espressa sull’accaduto Yogita Bhayana. Nota attivista anti-stupro in India, direttrice di People Against Rape, organizzazione che si occupa di dare sostegno ai sopravvissuti allo stupro e aiutarli a ottenere giustizia per i loro aggressori. La Bhayana ha definito il caso “L’episodio di stupro più tragico delle nostra storia. Questa ragazza è stata torturata ogni giorno negli ultimi due anni“.
Cristina Caputo
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