Virgilia D’Andrea, quando la letteratura diventa arma politica

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Di Stefano Delle Cave

Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Nella puntata di oggi faremo un viaggio nel tempo tra la prima guerra mondiale e l’avvento del fascismo. Parleremo di anarchia, di lotta politica, di guerra e antifascismo. Abbiamo dedicato la puntata di oggi a Virgilia D’Andrea e alla sua letteratura politica.

Virgilia D’andrea e il movimento anarchico dei primi del 900′

Virgilia D’Andrea inizia ad interessarsi al movimento anarchico dopo la morte di Umberto I assassinato da Gaetano Bresci. Per la D’Andrea, nonostante a quell’epoca si trovasse in un collegio cattolico ed avesse ricevuto una rigida educazione religiosa, il gesto dell’anarchico non era un semplice gesto criminale ma una vendetta per tragici eventi causati dai Savoia come la sanguinosa repressione dei moti di Milano. Da qui si pongono le basi per il suo futuro ingresso nel mondo anarchico e nell’attivismo politico.

Un mondo per cui lasciò l’insegnamento per dedicarsi attivamente alla causa politica. Un ideale che la portò a prendere una dura posizione contro la classe politica italiana durante la prima guerra mondiale dove a suo dire, la migliore gioventù veniva mandata inutilmente a morire senza invece pensare al suo futuro. Una lotta che divenne strenuo antifascismo contro Mussolini e il suo partito accusato di essere negazione di ogni libertà.

La poesia Cieco di guerra tratta dalla raccolta di Tormento, fonte GiorgioFH

La letteratura come un arma

“”Ella si serve della letteratura come d’un’arma; e nel folto della battaglia, in mezzo alla folla ed in faccia al nemico o ad una tetra cella di prigione, o da un rifugio amico che dalla prigione lo sottrae, lancia i suoi versi come una sfida ai prepotenti, uno sprone agli ignavi, un incoraggiamento ai compagni di lotta.” Queste le parole dello scrittore anarchico Enrico Malatesta contenute nella prefazione nel libro “Tormento “ di Virgilia D’Andrea.

Come dimostra infatti anche altre opere come “La presa e la rese delle fabbriche”, “Resurrezione” e “ L’Ora di Maramaldo” Virgilia D’Andrea si serve delle sue capacità letterarie per trasmettere i suoi ideali politici attraverso il racconto della complessità della realtà del suo tempo divisa tra la tragedia della guerra, lo speranzoso avvento della rivoluzione russa e l’avvento del fascismo. Un messaggio affidato anche ad un’intesa pubblicazione giornalistica sui più importanti quotidiani anarchici dell’epoca ed ad un attivismo che l’accompagnerà fino alla morte.

Stefano Delle Cave