Virginia Woolf, un flusso di coscienza letteraria ed interiorità

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Di Stefano Delle Cave

Continua il nostro viaggio nell’universo letterario femminile della nostra rubrica LetteralMente Donna. Nello scorso numero siamo stati in Italia raccontandovi di Sibilla Aleramo. Adesso andiamo a Nord, oltrepassiamo la Manica e fermiamoci in Inghilterra per parlare di una delle scrittrici più importanti della letteratura moderna: Virginia Woolf

La vita tormentata di Virginia Woolf


Virginia Woolf è una delle più importanti scrittrici del ventesimo secolo. Inventrice di uno stile nuovo ed interiore, ha visto la sua esistenza caratterizzata da gravi crisi depressive, di cui l’ultima la portò al suicidio. Questo non le impedì di portare avanti un intensa attività letteraria fatta di saggi, racconti e romanzi che la posero al centro del salotto letterario della Londra tra le due guerre. Non le impedì di avvicinarsi dapprima al mondo delle suffragette e poi di essere attivamente femminista, come dimostrano i suoi saggi “Una stanza tutta per se” e “Le tre ghinee”, sulla discriminazione della donna e sulla figura dominante dell’uomo contemporaneo.

La prima parte del famoso romanzo “La signora Dalloway” di Virginia Woolf

Il flusso di coscienza


Quello dei romanzi di Virginia Woolf è uno stile innovativo caratterizzato dal cosiddetto flusso di coscienza. Questa pratica prevede di rappresentare i pensieri di una persona così come sono nella sua mente dandovi poi un filo logico. La Woolf dunque, come possiamo vedere in tutti i suoi famosi romanzi come “Gita al faro” e “La signora Dalloway”, sia affida al suo soggetto interiore attraverso i cui pensieri e i suoi ricordi procede lo scorrere del tempo. Il tutto con un linguaggio raffinato pieno di figure retoriche, come metafore e similitudini, utilizzate per esprimere il flusso di coscienza.

The Hours

Virginia Woolf e il cinema


La figura della grande scrittrice inglese è stata rappresentata e arricchita dalla splendida interpretazione di Nicole Kidman nel film “The Hours”. Qui ritroviamo la sua vita legata a filo rosso con quella di altre due donne di epoche diverse, grazie al romanzo “La signora Dalloway”. Viene inoltre ricostruito anche il drammatico suicidio della Woolf che il 28 settembre 1941, devastata dalla sua ultima grave crisi depressiva, si riempì le tasche di sassi e si lasciò annegare nel fiume Ouse, dopo aver lasciato una commovente lettera al marito.