Il virus cinese si trasmette da uomo a uomo: quarta vittima a Wuhan

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Di Redazione Metropolitan

Il virus cinese ha fatto una nuova vittima, un uomo di 89 anni nella città di Wuhan, individuata come focolaio. Sembrerebbe confermato che il virus si trasmetta anche tra umani, e non solo tra animale ed uomo come ipotizzato all’inizio. Si registra un caso anche in Australia, mentre cresce la preoccupazione in Europa.

Il virus cinese ha causato il decesso di un altro paziente

Il coronavirus miete una nuova vittima in Cina, portando il totale dei decessi a quattro. Anche in questo caso, la vittima proviene dalla città di Wuhan, nella provincia di Hubei, oramai individuato come il focolaio del virus.

La notizia è stata data dall’agenzia di stampa cinese Xinhua, che parla del decesso di un uomo di 89 anni avvenuto domenica. Al momento pare che il totale dei casi sia di 198, 44 dei quali in stato critico.

Un nuovo caso all’estero

Come se non bastasse, dopo Thailandia, Giappone e Corea del Sud si è registrato un caso anche in Australia, nella città di Brisbane. Il paziente, un uomo cinese tornato di recente da una visita ai suoi parenti a Wuhan, ha manifestato i classici sintomi provocati dal coronavirus, ed è ora in isolamento.

Il virus si trasmette da uomo a uomo

Ciò che fa riflettere la comunità scientifica è il fatto che questo virus è il quinto in 16 anni ad aver fatto il “salto della specie”, ovverosia virus che potevano essere trasmessi solo da animale a uomo ora sono capaci di trasmettersi anche tra umani. Sul punto la virologa Ilaria Capua parla di un forte campanello d’allarme.

Proprio in virtù di questa terribile conferma, cresce ancor di più la preoccupazione di una possibile epidemia del coronavirus, soprattutto in vista del Capodanno cinese del 25 gennaio, che, come ogni anno, spingerà moltissimi cittadini cinesi a muoversi all’interno del paese; tutto ciò a condizione che il governo non emetta una misura d’emergenza per evitare gli spostamenti interni al paese, anche se non si hanno ancora notizie in tal senso.

La preoccupazione della comunità internazionale

La comunità internazionale è preoccupata per la possibile diffusione del virus 2019-nCoV in territorio non cinese; in un’intervista rilasciata a “Repubblica”, Giovanni Rezza, responsabile delle malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato:

“Il fatto che casi si siano verificati anche fuori dalla Cina e dalla città di Wuhan, centro del focolaio, induce a pensare che da Wuhan si sia determinata una certa trasmissione, ed è inverosimile che sia riconducibile al solo bacino animale. Inoltre, notizie non ufficiali parlano anche di alcuni casi del virus, ma molto limitati, in persone che non hanno visitato o soggiornato a Wuhan. Tutti elementi che ci fanno pensare a una trasmissione interumana. […] Non si può escludere che casi possano arrivare anche in Europa e in Italia, ma l’importante è identificarli e isolarli subito. Se si interviene con rapidità si può infatti bloccare la diffusione, isolando gli infetti e procedendo alla quarantena dei contatti, ma è chiaro che questo si può fare solo se gli infetti non sono tanti”.

Le procedure per evitare la diffusione del virus in Italia

Dunque, benchè la possibilità che il virus arrivi in Europa è estremamente ridotto, non si può escludere che questo possa accadere. L’aeroporto di Fiumicino ha tre voli diretti con Wuhan, oltre ad un numero non precisato di voli indiretti. Proprio per questo, in aderenza a quanto previsto dal Regolamento Sanitario Internazionale, è in vigore una procedura per verificare l’eventuale presenza a bordo di casi sospetti sintomatici; qualora fosse individuato uno di questi casi, la procedura prevede il trasferimento del paziente in bio-contenimento all’istituto Spallanzani di Roma.

In ogni caso non sono ancora previste restrizioni al trasporto internazionale, sebbene la situazione venga monitorata costantemente.

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