”Voglio il mio mostro”, l’amico immaginario e i giochi di fantasia dell’infanzia

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Di Stella Grillo

Voglio il mio mostro è un libro illustrato edito Lapis Edizioni per la collana Lapislazzuli; scritto da Guia Risari e illustrato Ceylan Aran, è un testo sulla più classica delle fantasie infantili: l’amico immaginario. Nel nuovo appuntamento della rubrica Letteratura per l’Infanzia, un albo illustrato , fantastico e creativo, adatto ai bambini dai 5 ai 7 anni.

Voglio il mio mostro, l’albo illustrato che celebra l’amicizia e la creatività

Voglio il mio mostro – Photo Credits: Edizioni Lapis

Un bellissimo albo illustrato e colorato, Voglio il mio mostro è una vera e propria lettura che si concentra sull’importanza della fantasia infantile e della creatività. L’amico immaginario è una figura classica della prima infanzia; non è solo una proiezione fantastica del bambino, ma rappresenta una vera e propria soluzione creativa a cui il bambino è solito appoggiarsi per risolvere i propri conflitti interiori. La costruzione di una figura immaginaria, se non sconfina in patologia, nel bambino resta sempre cosciente; il piccolo, infatti, è consapevole della natura fittizia della figura a cui si rivolge. L’amico immaginario, infatti, aiuta a strutturare il mondo interiore del bimbo. La protagonista del libro Voglio il mio mostro, edito Lapis Edizioni, si trova alle prese con la perdita del proprio ”mostro – amico”; non lo trova più e, insieme al papà, tenta di cercare un degno sostituto.

Padre e figlia si mettono alla ricerca di diversi papabili mostri, adatti a diventare i nuovi amici della piccola protagonista; il papà, così, la porta nei luoghi più disparati. Ma fra le bancarelle del mercato, fra la verdura, i formaggi e le varie vivande, quei mostri non le dicono nulla; al parco, all’interno dei cestini, i mostri appaiono sporchi. E allora, via a rovistare nelle pozzanghere, in pasticceria, e al negozio d’antiquariato; ma, anche in questo caso, i mostri appaiono troppo impolverati, troppo allegri o ancora troppo sorridenti. Nessuno potrà sopperire alla mancanza del suo mostro: poco socievole, forse dispettoso, ma unico nel suo genere.

Psicoanalisi e amici immaginari

Voglio il mio mostro, oltre al contenuto educativo sull’importanza dell’unicità e la celebrazione della creatività infantile, è accompagnato da bellissime illustrazioni che procedono, passo passo, con la lettura accompagnando il lettore nella dimensione fantastica della protagonista. La tonalità tenue e pastello delle illustrazioni si unisce alla magia della creazione di un legame unico e speciale per ogni bambino; il mostro lilla della bambina diventa interessante per far riflettere quanto il legame di un bambino con il proprio amico immaginario sia fondamentale. Una figura insostituibile con cui giocare, ridere, confidarsi. Secondo lo psicoanalista Donald Winnicott l’amico immaginario è, per ogni bambino, un rifugio che appartiene a una normale tappa di sviluppo del piccolo; per cui non va demonizzata né screditata. Comunemente appare intorno alla fine dei 2 anni di età, fase in cui il bambino non ha ancora appreso la capacità di distinguere fra l’astrazione e la realtà, svanendo improvvisamente verso gli 8 anni; quando il piccolo sente di non aver più bisogno del suo supporto.

L’importanza dell’unicità

La bambina protagonista di Voglio il mio mostro è triste, angosciata e inquieta per la perdita del suo amico che, nonostante i difetti e una propensione del tutto fallimentare all’essere amorevole, risulta per lei il miglior compagno che possa avere, a dispetto di tutti gli altri:

Non è buono, non sorride, non saluta. Digrigna i denti, ringhia e spara cattiverie. Se non stai attento, morde. Ti tormenta quando vuoi stare in pace e ti fa correre quando hai sonno. È impossibile, insopportabile, ma è il mio mostro e io so come farlo stare buono“.

Una storia di unicità, immaginazione e creatività resa ancor più dolce dal supporto del padre che aiuta la bambina: non deride e non minimizza la sua vicenda, anzi la supporta non banalizzandola; sottolineando quanto, la figura di un amico immaginario nell’età dorata dell’infanzia sia una questione seria e, al contempo, essenziale.

Stella Grillo

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