Voltaire: il sogno di un mondo cruelty free

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Di Redazione Metropolitan

La nostra alimentazione è cambiata. Segue il ritmo incessante dello sviluppo della società, con tutti i suoi cambiamenti e momenti di stallo. Oggi rispetto a qualche decennio fa, vegetariani, vegani etc., sono ampiamente fioriti in zone anche molto diverse del mondo. Sarà per una maggiore possibilità di informazione al riguardo, o per giovare dei privilegi di regimi alimentari più naturali, queste diete hanno attirato fin dagli albori della civiltà l’interesse di molti. Vediamo il caso di Voltaire.

Voltaire e il vegetarianesimo

Voltaire, uno tra i più celebri nomi dell’Illuminismo, comincia ad appassionarsi alla causa della difesa animale a partire dal 1762. Sebbene si avvicina a queste tendenze molto tempo prima in Inghilterra, è solo nel 1763 che per la prima volta le pubblica. In questo anno infatti nel “Trattato sulla tolleranza”, parla della necessità di compassione verso gli animali.

Nello stesso anno Voltaire scrive un altro testo, stavolta interamente dedicato all’argomento. Caratterizzato dal suo stile tagliente e sagace, il “Dialogo del cappone e della pollastra” è una breve conversazione che in poche lapidarie battute, mette in luce delle pesanti critiche. Sostenendo l’uguaglianza tra uomini e animali, Voltaire non esita a condannare la “barbarie” di chi si ciba di questi ultimi, mentre elogia i “saggi” che si astengono da tale pratica.

Voltaire. Photo credits web.
Voltaire. Photo credits: web.

I precedenti storici

Voltaire introduce attraverso il botta e risposta dei due animali in attesa della loro condanna, i precedenti storici del suo pensiero. Cita infatti Pitagora e i suoi seguaci, in particolar modo Porfirio il pitagorico il quale nella sua opera “Astinenza dagli animali” paragona il sacrificio di questi esseri a quello umano.

La contrarietà alla superiorità dell’uomo non tarda ad arrivare anche riguardo la vivisezione, le pratiche brutali di allevamento e la visione Cartesiana degli animali. Nel “Dialogo del Cappone e della pollastra” infatti, Voltaire critica duramente la quest’ultima, per la quale l’animale non era considerato altro che una macchina priva di coscienza.

L’uguaglianza per Voltaire

Una cosa certa riguardo questo pensatore tanto perseguitato dai sovrani dell’epoca per la sua penna polemica, è che riporta i principi sopra citati anche nella sfera umana. Voltaire è un fiero sostenitore della tolleranza, dell’uguaglianza tra gli esseri umani e del rispetto estremo del diritto alla vita. Riprende le idee di Cesare Beccaria e si scaglia contro ogni forma di tortura e contro la pena di morte.

Forse Voltaire oggi sarebbe un attivista o un volontario per qualche associazione animalista e ambientalista in missione per il mondo. Probabilmente non avrebbe in ogni caso seguito la volontà del padre, che da notaio qual era, lo aveva iscritto inutilmente alla scuola superiore di diritto.

Claudia Sferrazza

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