C’è una canzone del 2011 scritta da Niccolò Contessa e intitolata “Wes Anderson”. La prima strofa dice: “Vorrei vivere in un film di Wes Anderson”. Il progetto di Contessa si chiama(va) I Cani. Poi Wes Anderson, nel 2017 ha diretto un lungometraggio in stop-motion che si intitola proprio “L’isola dei cani” e la cosa è sembrata buffa davvero.
Ma veramente vorreste vivere in un film di Wes Anderson?

“Vederti in rallenty quando scendi dal treno”

Se ad un film domandate freschezza, allora “I Tenenbaum” è la risposta giusta per voi. La pellicola è del 2001 e in questa direzione Wes Anderson è al massimo del suo giovane splendore come regista. La visione estetica è ormai matura e lo porta a fare scelte mai fini a se stesse. I personaggi sono perfetti e rappresentano la vera forza trainante della vicenda. Tutte le peculiarità che porteranno lo stile cinematografico del regista ad essere tanto riconoscibile tra tutti gli altri, sono presenti ne “I Tenenbaum” nella loro forma migliore.

Qui è presente anche una delle sequenze più poetiche di tutta la sua produzione cinematografica. Richie è alla stazione, in attesa dell’arrivo della sorella Margot di cui è segretamente innamorato. Al momento dell’arrivo di Margot la voce narrante si interrompe e con essa anche tutti i suoni proveniente dall’ambiente circostante. Margot scende dall’autobus e la scena è soltanto sua. Il suo sguardo incontra quello di Richie, seduto su una panchina. É qui che parte “These Days” di Nico che accompagna perfettamente la camminata in slow-motion di Margot.

“Inquadrature simmetriche e poi partono i Kinks”

La simmetria delle inquadrature è sicuramente uno dei feticci di Wes Anderson e uno dei tratti più riconoscibili di tutta l’estetica andersoniana. Ma non è la sola. Pensiamo ai colori, alla palette pastello e a quella di colori vivaci che si mescolano, alternano e trionfano più che in altri nel film del 2014 “Grand Budapest Hotel”.

L’ambientazione è alquanto affascinante e decisamente unica. Siamo negli anni di splendore del Grand Budapest Hotel e Gustave, il concierge, è la nostra guida e il nostro filo conduttore tra tutte le vicende che accadono nell’albergo. Qui il regista inventa lo stratagemma di un intero hotel per farci star dentro tutte le star protagoniste. Da Adrien Brody a Saoirse Ronan, Owen Wilson, Tilda Swinton, Léa Sydoux e Edward Norton, per citarne alcuni. Un cast composto da attrici ed attori spesso ricorrenti che vestono alla perfezione i panni dei personaggi inventati da Anderson.

“Vorrei l’amore dei film di Wes Anderson”

Non si può parlare d’amore nei film di Anderson e non citare “Moonrise Kingdom“. Il film del 2012 racconta la storia del primo amore tra due preadolescenti. Siamo nell’estate del 1965, Isola di New Penzance, New England. Sam e Suzy si conoscono dall’estate precedente e nello scambio di lettere, che dura ormai da un anno, hanno progettato la loro fuga estiva. Lui fugge dal campo estivo. Lei scappa di casa.

Il film, girato on the road, li segue nella loro scoperta, insieme e da soli, del mondo circostante. Wes Anderson in questo film racconta il primo amore per quello che è: malinconico e tenero, autentico e reale. Tutti abbiamo davanti agli occhi l’immagine del giradischi sulla spiaggia, “Le Temps de l’Amour” in sottofondo e il loro bacio più dolce in primo piano.

Se nei personaggi andersoniani, come nelle inquadrature, cercate la perfezione allora è bene dirvi subito che non la troverete nei film di Wes Anderson. Ma se sapete affrontare con la giusta verve passione e tragedia che si mescolano nelle vicende, e se gli eventi vi lasciano addosso almeno un po’ di malinconia, allora siete stati disegnati per vivere, o anche per fare soltanto un giro, in un film di Wes Anderson.

Giorgia Lanciotti