“What happened, Brittany Murphy?”: un documentario fa luce sulla morte dell’attrice

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Di Redazione Metropolitan

Scomparsa nel 2009, per cause che vennero definite accidentali, l’attrice è stata protagonista di diverse teorie. Alcune puntano a Hollywood, altre al governo degli Stati Uniti, altre ancora al marito, morto cinque mesi dopo di lei. Il primo fu il padre. Angelo Bertolotti, quando la figlia morì, liquidò l’ipotesi di un incidente casuale. Brittany Murphy, trovata senza vita nella propria vasca da bagno il 20 dicembre 2009, non sarebbe morta per le ripercussioni di una polmonite, aggravata da una forte anemia e da una dose eccessiva di farmaci. Sarebbe stata uccisa. Avvelenata, ha sostenuto l’uomo, le cui parole riecheggiano in parte nel trailer di What happened, Brittany Murphy?.

Nata nel 1977, Brittany diventò una stella nascente del cinema negli anni ’90, dopo il ruolo in Clueless (Ragazze di Beverly Hills) e dopo aver partecipato a film come Just Married8 Mile e Ragazze Interrotte. Fino alla tragica scomparsa a soli 32 anni.

Dal trailer, il documentario sembra concentrarsi soprattutto sulla figura del marito, Simon Monjack: «Simon l’ha portata via», dice uno degli intervistati. «Si è assicurato che nessuno potesse arrivare a lei». Ma vengono esplorati anche i problemi dell’attrice con la sua immagine, dalla eccessive perdite di peso a come le pressioni dello showbiz hollywoodiano abbiano impattato sulla sua vita. Fino all’incontro con Simon: «Diceva di essere uscito con Elle Macpherson e Madonna, ma anche di aver curato il proprio cancro al cervello con una medicina a base di pinne di squalo. Ogni singola parola era una bugia», dice una delle voci che si sentono nel trailer. «Lei divenne una preda».

Morti entrambi nella stessa casa, Brittany prima e di Simon poi, a causare il decesso dell’attrice ufficialmente è stata una polmonite aggravata da anemia e da un’intossicazione da farmaci. Ma da subito la scomparsa della Murphy scatenò una serie di teorie e pettegolezzi, che il documentario cercherà di chiarire: «Il nostro documentario vuole mettere a tacere le voci e i gossip», ha detto Jennifer O’Connell, vicepresidente esecutivo di HBO Max. «Creare un resoconto fondato della vita di Brittany Murphy e della sua improvvisa scomparsa comporta una grande responsabilità. Abbiamo collaborato con un team creativo magistrale per produrre qualcosa di ponderato su una tragedia che è stata per troppo tempo motivo di speculazioni».

Il documentario, di cui Hbo ha rilasciato ora un primo trailer, non vuole farsi promotore dell’una o dell’altra teoria.

Solo, dar sfogo ad una vicenda complessa, oscura, nella quale un ruolo fondamentale sembra aver giocato il marito dell’attrice, Simon Monjack. «Diceva di essere uscito con Elle Macpherson e Madonna, ma anche di aver curato il proprio cancro al cervello con una medicina a base di pinne di squalo. Ogni singola parola era una bugia», dice nel trailer del documentario, disponibile dal 14 ottobre, uno degli intervistati: amici, collaboratori, familiari di Brittany Murphy. «Divenne una preda» e Simon Monjack, morto cinque mesi dopo la moglie, per le stesse cause apparenti, «Si assicurò che nessuno potesse più arrivare a lei».

Nel documentario, che Jennifer O’Connell, vicepresidente esecutivo di Hbo Max, ha detto voler «mettere a tacere le voci e i gossip», le teorie degli intervistati puntano ad un colpevole. Preciso, ma diverso da quello individuato, nel 2009, dal padre dell’attrice. Allora, Bertolotti conservò alcuni campioni organici della figlia e li fece analizzare privatamente scoprendo al loro interno una massiccia dose di metalli pesanti: gli stessi contenuti nel veleno per topi e nei prodotti insetticidi, gli stessi poi ritrovati anche fra i campioni di Monjack. «L’unica spiegazione logica è che qualcuno abbia somministrato queste sostanze tossiche ai due con un chiaro intento criminale», sentenziò la perizia medica, mentre Bertolotti gridò alla cospirazione.