Yann Tiersen | Flowers Festival 08.07.19 (live report)

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Di Redazione Metropolitan


Yann Tiersen ieri sera live al Flowers Festival per la prima data estiva in Italia del suo “All” Tour.

Iniziare la settimana con un live va sempre molto bene. Iniziarla con un live di Yann Tiersen al Flowers Festival va ancora meglio.

Così come per il live di Jack Savoretti lo scorso venerdì, anche questa volta arrivo al Parco della Certosa di Collegno piuttosto in anticipo.
Devo entrare, trovare il mio posto, gustarmi il profumo di salamella (e stasera anche il sapore) sulla griglia mentre alla cassa non c’è ancora nessuno, sedermi sulle panchine e bere una birra guardando gli strumenti già pronti sul palco.
Mentre la luce del giorno piano scende, mi accorgo che c’è la luna in cielo, una luna a metà. Il cielo si tinge di rosso. Sarà una bella serata.

Yann Tiersen live all’Auditorium della Conciliazione di Roma lo scorso marzo.
Photo © Andrea Stevoli

Nell’attesa sento una ragazza parlare al telefono con qualcuno: “sono a sentire Yann Tiersen al Flowers Festival. Un pianista… ma mi hanno detto che è un pianista di un altro livello. Domani ti racconto“.
Sorrido. Se non capite perché, lo capirete tra un po’.

Sono le 21, Yann è in ritardo. Mi colpisce quanto eterogeneo sia il pubblico questa sera. Noto un fil rouge nello stile estetico del pubblico: c’è un non so che di raffinato nei mocassini gialli di quel ragazzo con gli occhiali. Nell’acconciatura disordinata di una ragazza seduta in terza fila. Nella palla a righe bianche e rosse con cui gioca una bambina dai capelli castani.
Non so se siete mai stati ad una festa organizzata da amici o parenti francesi. Ecco, l’atmosfera è la stessa. In una parola, l’atmosfera è francese.

Le luci dei fari a bordo cortile si spengono. Prendo il mio posto a sedere. Dal buio del palco spunta un uomo magro, alto, brizzolato e una polo azzurra. Eccolo finalmente Yann Tiersen.

Il live si apre con Porz Goret, suonata al piano. Suonata magistralmente al piano.
La scelta di aprire con un brano tratto da EUSA non è di certo casuale. Questo album (o meglio questo libro di spartiti per pianoforte) del 2016 è un omaggio ai luoghi di Yann Tiersen, è un omaggio all’isola di Ushant (a largo delle coste bretoni).
Aprendo con Porz Goret Yann Tiersen ci sta dicendo “stasera vi porto a casa mia“.

Yann Tiersen live al Flowers Festival: “vi presento Alex

Dopo due pezzi suonati solo al pianoforte, entra in scena Alex. Yann fa le dovute presentazioni.
I due si sono conosciuti anni fa quando Alex stava attraversando un momento difficile: era depresso; la sua esperienza in una radio commerciale in cui era costretto a suonare musica tutt’altro che di qualità lo stava logorando. Yann decide così di farlo entrare nella sua band dando una svolta alla vita del nuovo amico.
Alex è un registratore a bobine a otto tracce. Ed è lui a stare dritto in centro davanti al pubblico, nella posizione che di solito è occupata dal frontman del gruppo, dall’artista principale. Un registratore, uno strumento musicale.
Alex accompagna in sottofondo quasi tutto il live con suoni della natura registrati per lo più sull’isola di Ushant (Bretagna). Gabbiani, cinguettio di uccelli, onde del mare, voci lontane di bambini che giocano.
Yann non poteva regalare ad Alex una rinascita migliore.

Yann Tiersen live all’Auditorium della Conciliazione di Roma lo scorso marzo.
Photo © Andrea Stevoli

Oltre ad Alex, gli strumenti sul palco sono tanti e sono i più vari: dal pianoforte a coda agli organetti, dal violino ai sintetizzatori, dalla fisarmonica alle tubular bells.
Yann é poi accompagnato dalla moglie (voce e percussioni), da un cantante e da un tastierista.

Yann Tiersen al Flowers Festival e l’impossibilità di definirlo

Il live entra nel vivo quando Yann Tiersen lascia il piano e inizia a spostarsi da uno strumento all’altro. Ed è qui che mi torna in mente la telefona della ragazza a cui ho casualmente assistito durante il pre-concerto. E sorrido di nuovo.
Definire Yann Tiersen un pianista è limitante, riduttivo. Forse anche definirlo un musicista polistrumentista è riduttivo. Con lui bisogna prendere con le pinze ogni tentativo di classificazione.
C’è qualcosa che va oltre la musica nei suoi live. Ed è la sensazione di trovarsi immersi nel mondo di qualcuno che sembra aver colto il senso stesso dell’arte.
Yann è timido e si sente a malapena quando parla (e parla poco): il pubblico lo sa, lo nota e pezzo dopo pezzo si rende conto di quanta sostanza ci sia su quel palco. Una sostanza così autentica da non aver bisogno di una forma.


Le luci (cilindri bianco-azzurri vicini ad ogni strumento) ricordano il set di alcuni live dei Sigur Rós che ritrovo anche nelle armonizzazioni di rara bellezza di Erc’h (suonata su una base strutturale di tubular bells e xilofoni).

Si susseguono i brani tratti dall’ultimo album di Yann Tiersen, All (titolo anche del tour). Il pubblico sembra essere il visitatore di un bosco, accompagnato da una guida; c’è silenzio, si ascolta, si gode di ciò che si sente. Si partecipa, senza disturbare. Il silenzio viene interrotto solo dai forti applausi nelle brevi pause alla fine di ogni brano.

Arriva poi il momento di Comptine d’un autre été, tratto dalla meravigliosa colonna sonora de Il favoloso mondo di Amélie, grazie a cui Yann Tiersen è giunto all’attenzione del grande pubblico nel 2001. Yann Tiersen al Flowers Festival lo suona dandoci quasi le spalle.
Il pubblico è in fermento e la luna che fa capolino dietro il palco sembra essere ancora più luminosa.


Il momento del grande successo si conclude e ci si ritrova di nuovo catapultati nel favoloso mondo della natura.
Chi è venuto al Flowers Festival per assistere a un’autocelebrazione in stile pop di Yann Tiersen e delle musiche di Amélie sarà inevitabilmente rimasto deluso dalla setlist: in scaletta ci sono infatti solo un paio di pezzi tratti dalla celebre colonna sonora, eseguiti in modo piuttosto fugace oltretutto.
Al contrario, i curiosi veri, coloro che sono arrivati con le orecchie e la mente pronta ad accogliere, torneranno a casa arricchiti e soddisfatti. Il potere evocativo delle melodie dei brani di All (e di Eusa) è ancora oggi nella mia mente, mentre sono in ufficio tra una riunione e l’altra.

Sono le 23:20 e dopo i bis, le luci del palco si spengono.
Al Flowers Festival Yann Tiersen ci ha ricordato che le colonne sonore (oltre a Il favoloso mondo di Amelie è sua anche quella di Good Bye, Lenin! ad esempio) sono solo uno dei tasselli necessari per comprendere la sua arte.

Stasera Yann Tiersen si esibirà nella stupenda cornice di Villa Manin per la seconda tappa italiana del suo All Tour.
Se riuscite, andate a vederlo anche voi. Conoscere Alex di persona è un’esperienza intensa.