“10 giorni con Babbo Natale”: tenerezza e spirito natalizio nel film stasera in tv

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Di Redazione Metropolitan

10 giorni con Babbo Natale” è una commedia familiare che strizza l’occhio a “Vita da Camper” con Robin Williams, ma aggiunge un po’ di poesia, un pizzico di tenerezza e l’elemento natalizio per eccellenza: Babbo Natale. Questo concentrato di spirito natalizio in abito rosso e bianco, anche se decisamente fuori forma, risolve le dinamiche familiari restituendo un po’ del calore che sicuramente il pubblico ricerca nel periodo di Natale.

Pur di non rinunciare al Natale

I protagonisti di “10 giorni con Babbo Natale” sono i Rovelli: un nucleo familiare in crisi, composto da Carlo (Fabio De Luigi), Giulia (Valentina Lodovini) e i figli Camilla (Angelica Elli), Tito (Matteo Castellucci) e Bianca (Bianca Usai). In casa c’è una grande tensione per la continua assenza di Giulia che si sta concentrando sulla sua carriera e sul realizzare quello per cui ha sempre studiato.

Arriva quindi la svolta: l’impegno viene ripagato e a Giulia viene offerta una promozione. Il posto che le stanno offrendo la porterebbe a spostarsi in Svezia, ma lei non vuole rinunciare al suo colloquio del 24 di dicembre. Non accettando che la famiglia trascorra il Natale separata, Carlo recupera il vecchio camper e convince la famiglia a partire per una vacanza natalizia itinerante verso Stoccolma.

Ovviamente la comitiva in camper incontrerà una serie di imprevisti, tra cui quest’uomo confuso e spaesato che sostiene di essere Babbo Natale (Diego Abatantuono).

Perché guardare “10 giorni con Babbo Natale”

La pellicola di Genovesi presenta diversi punti forti che fanno la qualità del film. Innanzitutto il realismo: le dinamiche familiari sono credibili, salvo le caratterizzazioni un po’ macchiettistiche dei due figli maggiori. Ma cosa si è a quell’età se non un personaggio costruito per se stessi? Quindi niente famiglia alla “Mulino Bianco”, ma una Greta Thunberg in una versione insopportabile e un bambino incredibilmente fascista.

Poi c’è la messa in scena della mamma in carriera. È il papà a curarsi di casa e famiglia e, a parte una caduta di stile con la battuta sul “mammo”, sicuramente questa inversione dei ruoli tradizionalmente rappresentati dal cinema aiuta a non avere l’impressione di un film troppo già visto.

Uno dei fattori che determina il successo del film è sicuramente la piccola Bianca. L’attrice che interpreta la più piccola dei figli Rovelli è Bianca Usai, di soli 2 anni all’inizio delle riprese. Nonostante la sua giovanissima età, l’attrice non risulta mai costruita ed anzi appare sempre spontanea, credibile e vera nel suo essere una bimba vispa e giocherellona.

Infine c’è la costruzione del personaggio di Babbo Natale. Anche questo sfugge all’idealizzazione in cui viene solitamente cristallizzato. Per gran arte del film non appare il solito saggio onnisciente, che conosce le profondità dell’animo di chi lo circonda e che muove le persone come pedine per condurle verso il lieto fine. Questo Babbo Natale è solo un uomo semplice, un uomo buono, che ama relazionarsi su un piano di vera connessione e mette in luce le verità dei rapporti con la semplicità di uno sguardo gratuitamente affettuoso.

Se si ha voglia di una commedia leggera, poetica e in piena linea con lo spirito natalizio, “10 giorni con Babbo Natale” potrebbe essere il film in grado di strapparvi più di qualche sorriso.

Debora Troiani

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