Il 2 Settembre 1945, sancisce la fine della Seconda Guerra Mondiale. Esattamente quattro anni dopo, il Giappone si arrende decretando ufficialmente la fine della secondo conflitto.
2 Settembre 1945, la fine della Seconda Guerra Mondiale: la resa del Giappone
La seconda guerra mondiale, nota per i copiosi tragici e crudeli eventi socio-economici, viene riportata alla memoria ogni anno da tutti i media del mondo, per non dimenticare tali atrocità e supremazie. Nella giornata di oggi di circa settantasette anni fa, l’esercito giapponese ridotto allo stremo per gli ingenti danni subiti dalle due bombe atomiche e, dal conseguente disastro umano subito, alzava bandiera bianca siglando la resa per mano del ministro degli Esteri nipponico, Mamoru Shigemitzu, il capo di Stato Maggiore Yoshijiro Umezu, ed il comandante delle forze alleate in Giappone, Douglas MacArthur a bordo della corazzata Missouri ancorata nella baia di Tokyo.
Il due settembre 1945 è, dunque, la data simbolo della fine di un’era di violenza che in cinque anni è stata capace di provocare la morte di 55 milioni di persone, di cui oltre la metà civili, e portare ad una barbara morte 6 milioni di ebrei nei campi di concentramento.
L’importanza di una memoria storica
Il più vasto conflitto della storia ebbe fine, ma il mondo questa guerra doveva fare in modo di ricordarla; e quale modo migliore se non con degli accordi mondiali volti alla volontà di un immaginario di pace futuro? Il tribunale Militare Internazionale agì su Paesi vinti e vincitori delineando i confini insuperabili per stabilire un equilibrio mondiale.
Come la storia ci insegna, i “corsi e ricorsi storici” è necessario prevenirli, e nonostante i confini siano labili non verranno superati se e solo se, nella mente di ciascun singolo è ben nota la memoria storica.
Marta Olivieri
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