28 Giugno 1914: attentato all’arciduca Francesco Ferdinando

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Di Andrea Pastore

Il 28 Giugno 1914, a Sarajevo, l’arciduca dell’impero Austriaco Francesco Ferdinando perse la vita insieme alla moglie, la duchessa Sofia. L’attentatore fu Gavrilo Princip, un nazionalista serbo. Il gesto fu universalmente conosciuto come l’incipit che portò allo scoppio della prima guerra mondiale. Una morte che segnò il destino dell’impero Austro-ungarico, che pian piano perse l’egemonia sugli stati dell’Europa dell’est

Francesco Ferdinando, vita e morte dell’arciduca d’Austria

Figlio di Carlo Ludovico d’Asburgo-Lorena e di Maria Annunziata di Borbone-Due Sicilie, Francesco Ferdinando iniziò già in giovane età una brillante carriera militare. Alternò ad essa una linea politica liberale. Uomo ligio al dovere e di eccellente tempra morale, venne considerato da molti un sovrano senza vizi ma dal temperamento talvolta aggressivo. Intenzionato a concedere autonomia a numerosi gruppi etnici minori, come i cechi e gli jugoslavi, si batté per espandere il suffragio universale a tutti gli uomini dell’impero. Si contrappose tuttavia al nazionalismo ungherese, ritenuto da egli uno dei peggiori mali Austriaci. Fu proprio un nazionalista che desiderava l’unificazione di tutti gli jugoslavi nell’impero serbo a premere il grilletto che lo uccise. Con lui morì anche la moglie Sofia

L’arciduca venne colpito al collo e la sua compagna all’addome prima di poter essere soccorsi in qualche modo. Storici dell’epoca narrarono di un Francesco Ferdinando lucido fino all’ultimo momento e di una Sofia accasciata sulle ginocchia del marito morente.

Un mese dopo, in seguito ad un deterioramento dei rapporti tra impero Austro-Ungarico e la Serbia, ci fu lo scoppio della prima brutale guerra mondiale.

Ci sono avvenimenti nella storia che segnano un bivio, una netta divisione. La morte dell’arciduca Francesco Ferdinando è stata senza ombra di dubbio una di quelle.

28 Giugno 1914, la miccia che innescò un conflitto che vide morire quattrodici milioni di persone tra soldati e civili

Andrea Pastore

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