Sono le più importanti band sulla scena della musica mondiale, l’esempio e l’ispirazione di tanti musicisti in erba. Da una parte gli scarafaggi di Liverpool, i The Beatles. E dall’altra i vagabondi di Londra, i Rolling Stones. Musica rivoluzionaria nel pieno degli anni ’60 da un lato, trasgressione e ribellione a suon di rock dall’altro. The Beatles e i Rolling Stones hanno bruciato record di vendite e incassi: popolarità, groupies impazzite, capolavori indelebili della popular music. Hanno segnato la storia della musica rock, due mondi sicuramente diversi, due tendenze agli antipodi. E proprio da questa premessa, si delinea un punto in comune fondamentale.
Chiedere a noi fans se preferiamo i The Beatles o i Rolling Stones, è un po’ come chiedere ad un figlio se vuole più bene alla sua mamma o al suo papà. Non è certamente questa la giusta strada per parlare dell’oggettiva diversità tra le due band. L’inizio dei favolosi anni ’60 sono passati alla storia anche per l’avvento di questi gruppi, i Beatles arrivati dal Nord povero dell’Inghilterra e i Rolling Stones provenienti dal sud borghese. E poi, andando oltre le apparenze, erano i Fab Four ad essere quelli più sgangherati rispetto ai colleghi Jagger & co. “I Beatles erano dei teppisti che venivano fatti sembrare bravi ragazzi, mentre i Rolling Stones erano dei gentlemen trasformati in teppisti” così affermò Andrew Loog Odham, famoso manager e produttore discografico.
Una rivalità costruita dai media
Fu proprio questo il primo aspetto a costruire un pensiero mediatico di questo tipo sulle due band. Un gioco su cui soprattutto i Beatles hanno tentanto di costruire la loro immagine, facendosi crescere i capelli e avere uno stile di vita molto più spinto anche grazie ai suggerimenti dell’amico Bob Dylan. Sfatando una serie di credenze popolari, affermiamo che sotto il punto di vista musicale i due gruppi non erano davvero in competizione, avendo poco in comune: i Beatles viravano sul rock’n’roll di Elvis Presley, mentre i Rolling Stones erano innamorati profondamente del blues, di Muddy Waters e da Robert Johnson. Nel 1963 sembra nascere un’amicizia tra Beatles e Rolling Stones. In quell’anno infatti, Paul McCartney e John Lennon scrivono per la band britannica il brano I Wanna be Your Man.
I presunti baronetti elogiati addirittura dalla Regina Elisabetta non avevano gli stessi fans dei Rolling Stones e viceversa. Anche da un punto di vista sociale è importante differenziare questi gruppi. Così come è importante ricordare che le tematiche dei loro testi andavano naturalmente in maniera opposta. Insomma, il gioco della rivalità ha comunque favorito questa esposizioni mediatica particolare, una rivalità che in fondo faceva piacere alle loro etichette discografica e ai loro produttori. Questi ruoli assegnati a tavolino fecero per un po’ le fortune dei due gruppi, riempiendo i giornali di dibattiti sempre più accesi, mentre i diretti interessati ridevano e accumulavano milioni di vendite.
Con lo scioglimento della band di Paul McCartney, John Lennon, George Harrison e Ringo Starr avvenuto nel 1970, i ragazzi di Liverpool hanno poi proseguito con le loro carriere soliste. Nel mentre, i Rolling Stones hanno continuato a suonare insieme. Fino ad oggi e chissà per quanto tempo ancora, registrando ancora innumerevoli soddisfazioni e show sempre graditi dai più nostalgici e dai più giovani. Da questo punto però, sono nate delle polemiche fatte in questo recente periodo, riaccendendo una faida storica.
Le ultime polemiche
Paul McCartney, evidentemente in vena di polemiche, rilasciò alcune dichiarazioni durante un’intervista radiofonica: “Gli Stones erano radicati nel blues. Quando scrivono qualcosa ha sempre a che fare con il blues. Noi abbiamo avuto più influenze. Ci sono un sacco di differenze tra di noi e amo gli Stones, ma penso che i Beatles fossero migliori.” Non proprio una stoccata, ma sicuramente un assist all’orgoglioso Jagger che, prontamente, non si è lasciato scappare una replica al suo collega musicista: “La grande differenza sta nel fatto che i Rolling Stones sono una band da grandi concerti, una band che si è esibita in tanti luoghi diversi per decenni, mentre i Beatles non hanno mai fatto un tour nelle arene e non hanno mai suonato al Madison Square Garden con un impianto del suono decente.” Non contento, concluse lapidario: “Noi suoniamo ancora negli stadi. Loro non esistono più.”
Che dire. I fuochi sembrano non spegnersi, ma la loro musica rimarrà per sempre nelle nostre orecchie a suggerirci che poco importano le presunte diversità, anzi, le presunte rivalità. Non importano chi erano i bravi ragazzi e chi i bad guys. Forse, l’unico aspetto che condividevano le due band era la voglia di esprimersi in maniera del tutto originale. Il 1960 rappresentava un’alba che ha fatto la storia della musica occidentale contemporanea e che oggi, purtroppo, stando al piattume delle nostre playlist, ha il sapore di un irrimediabile tramonto. Un tempo che non tornerà più.
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