“Quando uno parla delle cose che conosce, di se stesso, della propria famiglia, del proprio paese, della speranza, della fantasia, della vita, in maniera sincera, senza pretendere di voler ammonire nessuno e senza sbandierare pesantemente filosofie o mandare messaggi, è un linguaggio che tutti possono capire, che tutti possono fare proprio”. Non è il cinema alla radio ma la radio al cinema. Anzi a un festival del cinema. E per di più via canali social. Il tutto, sotto il segno di Federico Fellini, tra i protagonisti del programma del “Torino Film Festival” la cui 38ª edizione si svolge online sulla piattaforma MyMovies e sui social fino a domani 28 novembre. Così Radio Amarcord, affermata realtà nell’ambito della produzione di audiodrammi, incentrato proprio sulla produzione radiofonica di Federico Fellini, quest’anno non poteva non omaggiare il maestro in occasione del Centenario della nascita, proponendo lo spettacolo di Fonderia Mercury.
Fonderia Mercury presenta “Radio Amarcord“
Nato da un’idea di Sergio Ferrentino, che ne cura anche la regia, lo spettacolo “Radio Amarcord” è la messa in scena di quattro radiodrammi brevi: “Di notte le cose parlano“, “Una lettera d’amore“, “Dalla finestra” e “Un signore molto sensibile“, che portano le firme del giovane Fellini e di Maccari, e i cui copioni sono conservati nell’Archivio Federico Fellini della Cineteca Comune di Rimini.
Con la trasformazione dei rumori in voci umane e le loro tirate sognanti, questi testi rappresentano anche in formato audio uno spaccato significativo del poetico e visionario universo felliniano. Sei le voci che daranno corpo ai racconti con le musiche originali di Gianluigi Carlone di Banda Osiris. Come spiega Ferrentino: “Il nostro è un lavoro basato soprattutto sul suono. Solitamente portiamo i nostri spettacoli anche nei teatri, con la modalità di ascolto in radiocuffia“.
Federico Fellini e la radio
Federico Fellini ha plasmato l’immaginario collettivo, con la sua verve onirica e la sua operosità. Il Fellini alla radio è quello degli anni giovanili, di quando cioè, da poco arrivato a Roma, nei primi anni ’40 si ritrova coinvolto, grazie soprattutto all’esperienza all’interno della redazione della rivista satirica del “Marc’Aurelio“, nei programmi, a cura dell’Eiar, della neonata “Radio del combattente“. Era l’agosto del 1942 quando l’allora ministro della Cultura popolare del governo fascista, Alessandro Pavolini, inaugurò il primo contenitore dedicato ai soldati, in particolare quelli impegnati al fronte. I contenuti furono affidati alle principali riviste satiriche dell’epoca, tra cui appunto il “Marc’Aurelio“, che confezionarono ognuna delle proprie “radioriviste”, mettendo in campo i propri collaboratori.
Per approfondimenti sul TFF38:
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Giuliana Aglio