Marracash è un rapper e produttore tra i più importanti nel panorama italiano; all’anagrafe Fabio Bartolo Rizzo, il cantante milanese di origini siciliane deve il suo nome d’arte a proprio alla fisionomia fortemente mediterranea, che spingerà i suoi amici di infanzia a soprannominarlo “marocchino”. Esordisce nel 2004 collaborando con i Club Dogo e la Porzione Massiccia Crew, nel mixtape PMC VS Club Dogo – The Official Mixtape. Nello stesso anno egli partecipa al collettivo Dogo Gang, e l’anno seguente pubblica Popolare, prodotto da Don Joe. Nel 2008, il primo disco da solista, prodotto da nientemeno che Universal, è intitolato Marracash e le sue basi sono curate da Don Joe e Deleterio, con ospiti del calibro di Gué Pequeno e J-Ax. Il risultato è una bomba, che esplode al successo della hit estiva Badabum Cha Cha.

Dal 2008 al 20019, cinque album da solista e collaborazioni eclettiche con protagonisti del panorama musicale come Salmo, Fabri Fibra, Jack La Furia, Co’Sang, per il disco di platino King del rap (2011); incontri con Achille Lauro, Tiziano Ferro, Neffa, per Status 2013-2015) un album di “rap progressivo”, in cui sperimenta incroci con altri generi musicali e testi più introspettivi e lirici. Con il successivo Santeria  (2016) scritto con Gué Pequeno, si ritorna all’essenza del genere, realizzando, a detta di quest’ultimo, “un disco rap fino in fondo, molto black, culturalmente alto e di livello, non una cosa fatta per inseguire il mainstream italiano o le mode del momento“. L’eclettismo di Marracash non si mostra solo nella capacità di immegersi in stili musicali differenti, ma anche dalla versatilità e capacità mostrata nel ruolo di produttore. Nel 2012, infatti, egli fonda Roccia Music, un’etichetta discografica indipendente.

Persona, miglior disco dell’anno secondo Rolling Stones

Dopo Santeria, Marracash spiazza tutti con l’album Persona, del 2019, che viene applaudito dalla critica, definito un “classico istantaneo” ; eletto “miglior disco dell’anno” dalla rivista Rolling Stones, questo sarà infatti il più venduto del 2020.  L’artista torna alla ribalta dopo un periodo di isolamento e di anonimato.

Il disco è figlio del superamento di un momento duro, cupo e disperato. Per due anni e nove mesi ho vissuto in isolamento, mi sono legato a una persona “tossica” dal punto di vista sentimentale. Sono andato dallo psicanalista perché mi sentivo vuoto. Un samurai che aveva perso il suo fuoco. Poi le canzoni sono uscite come sangue da una ferita in soli tre mesi, è stata una catarsi. Fabio, per rinascere, ha dovuto uccidere Marracash.

Persona cita l’omonimo film psicologico di Ingmar Bergman e fa riferimento alla dialettica tra Marracash personaggio artistico e la persona che si cela dietro (Fabio). Composto da 15 brani, è un concept album i cui vari temi, sociali e intimisti, sono originalmente discussi attraverso un viaggio nelle parti del corpo umano.

Marracash-Photo Credits: Urbanpost.it
Marracash-Photo Credits: Urbanpost.it

Marracash, disturbo bipolare e critica ai social media

Le canzoni dell’artista sono calate quindi tanto in una prospettiva intima quanto nella discussione di fenomeni sociali. Il cantante non ha nascosto, per esempio, la sua diagnosi di bipolarismo, il quale gli provoca degli stati alternati di depressione ed euforia, “che durano anche mesi”. “È trendy dire io sono bipolare, in realtà io mi sono accorto di esserlo veramente.” ha affermato il cantante, forse riferendosi al famoso caso del proclamato bipolarismo del rapper americano Kanye West, che ha definito la propria malattia mentale un “super potere”. L’artista italiano ha del resto chiarito di avere una forma di bipolarismo leggera;la quale tuttavia è parte importante della sua vita e viene conseguentemente descritta nei propri brani, contribuendo ad un dibattito importante contro la stigmatizzazione dei disturbi psichiatrici.

E parlando di salute mentale, in preservazione di quest’ultima il rapper si è scagliato contro i social media, nella canzone Sindrome Depressiva Da Social Network. In questo brano, egli infatti denuncia gli effetti di dipendenza, narcisismo, alienazione e, in definitiva, depressione generati dal rapporto ossessivo che le persone intrattengono con queste tecnologie. Del resto egli si si è coerentemente allontanato dai social per un lungo periodo:”Avevo bisogno di una dose di vita vera, l’ho cercata disperatamente, e me la sono presa tutta in faccia…sparire è stata la cosa più punk che abbia mai fatto. La confessione dell’artista è stata applaudita da fan e colleghi e si riferisce al momento in cui egli è sparito dalle scene, per tornare più carico di sempre.

Sara Livrieri

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