Benvenute e benvenuti su CoffeeNSupes, la rubrica sui supereroi da leggere in pausa caffè!
Tazzina alla mano, vi accompagnerò in un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta dei film sui supereroi più e meno conosciuti fino a spingerci nelle profondità della psicologia, filosofia, sociologia, mitologia e narrativa nascoste tra le righe degli affascinanti eroi e villain moderni.
In questo appuntamento metteremo momentaneamente da parte gli Avengers per parlare di Logan – The Wolverine, l’ultimo capitolo dedicato al supereroe. Il film ha vinto un Oscar alla migliore sceneggiatura non originale nel 2018. Ma prima, rewind: abbiamo precedentemente introdotto il feroce antieroe Wolverine parlando della sua origin story, sia nei fumetti che sullo schermo. Ora, zuccherate i caffè e allacciate i mantelli…
Nerds, assemble!
Logan: The Wolverine
Logan: The Wolverine, diretto da James Mangold nel 2017, segna la fine del supereroe dagli artigli di adamantio, con uno stile che seppur rientrando nel genere supereroistico ha ben poco di esso. Siamo abituati a vedere sul nostro schermo supereroi ed antieroi che lottano contro supercattivi, alieni, mostruose entità, eppure ne escono sempre vincitori, o se muoiono lo fanno in un modo che “echeggia nell’eternità”. Raramente in un cinecomic si affronta il tema della vecchiaia. Della morte che guarda il supereroe dall’angolo più buio della stanza impugnando la falce e sogghignando, lasciando emotivamente consumare e marcire il vecchio eroe.
Abbiamo mai pensato alla loro paura più grande? Non è morire, poiché nel momento in cui si abbracciano maschere e mantelli al tempo stesso si fa un patto con la morte. Veder morire i propri cari? Probabilmente sì, parte dell’evoluzione della caratterizzazione di Iron Man verte su questo. Ma forse la paura più grande di un supereroe, quella nascosta nel cassetto più dimenticato del proprio armadio, quella che lo perseguita negli incubi peggiori, è la vecchiaia. Diventare anziano, perdere il controllo della propria mente e del proprio corpo. Diventare il fantasma del supereroe che si era e non essere più in grado di combattere. Non scordiamolo, ogni supereroe è un guerriero.
La fine dei mutanti?
Già solo dal titolo è facile intuire come questo sia un film sull’uomo dietro la maschera. Sull’eroe umano, al quale di super è rimasto solo il ricordo delle vecchie glorie e delle battaglie passate. Ci troviamo nel 2029, da molti anni non nascono più mutanti e quelli sopravvissuti sono cacciati come animali ed eliminati. Del gruppo di supereroi X-Men è rimasto un ammaccato Logan che deve prendersi cura di un Charles Xavier con l’Alzheimer. L’anziano professore non riesce più a controllare i suoi poteri mentali e per questo è considerato dal Governo un’arma di distruzione di massa, avendo di fatto causato lui stesso, involontariamente, la morte di alcuni X-Men.
Logan arranca, struscia i piedi nel corridoio della sua vita che inevitabilmente conduce alla porta dietro cui la morte lo sta aspettando. Scopriamo che l’adamantio che ha in corpo, con cui gli è stata modificata la struttura scheletrica decenni prima durante l’esperimento condotto da William Stryker, lo sta avvelenando. Il suo straordinario fattore di rigenerazione lo ha tenuto in vita e in forze per tanto tempo, ma ora che è ormai quasi al termine di quel corridoio gli effetti dell’avvelenamento stanno risalendo in superficie. Anche i suoi artigli lo stanno abbandonando, facendo sempre più fatica ad uscire e causandogli sempre più dolore nell’utilizzo. Lo scontro che ha all’inizio del film ci prova come ormai di quel Wolverine in grado di incassare qualsiasi colpo e sopravvivere alla distruzione di Fenice Nera non è rimasta traccia.
Padri e figli
Logan: The Wolverine è un film su una vecchiaia che non ha pietà né rispetto per il supereroe. È un film su quella morte che non fa rumore ma che provoca uno straziante dolore, che non ha nulla di eroico e di super, che è sporca di sangue, sudore, lacrime e terra. Ma Logan: The Wolverine è anche un film su padri e figli, sull’accettazione del presente e speranza per il futuro. Le vite di Logan e di Xavier cambiano quando si imbattono in una ragazzina mutante (Dafne Keen) che ha bisogno di essere messa al riparo da un’organizzazione che fa esperimenti mirati a creare dei mutanti sfruttabili come macchine da guerra. Lei stessa, come altri scappati da un laboratorio, è stata creata tramite fecondazione assistita ed è “figlia” di Logan.
Logan si ritrova ad essere padre da un momento all’altro, non comprendendo il ruolo e facendo fatica ad accettarne le responsabilità. È stanco del prendersi cura di sé e del vecchio Xavier, che ormai è diventato una figura paterna per lui. È tra il professore e la ragazzina, Laura/X-23, che per primo si instaura un rapporto simile a quello tra nonno e nipote. Logan vorrebbe solo abbandonarsi alla morte, ma invece è chiamato a portare a termine l’ultima missione: assicurare il futuro di sua figlia Laura abbracciando i timori e gli obblighi di un padre. Comprendere il senso più profondo dell’esistenza stessa, lasciare il testimone ad una nuova generazione (di mutanti) sacrificandosi per sua figlia e il suo futuro.
Logan vs Wolverine
Le ferite non si rimarginano, i colpi fanno male, il sangue scorre e sporca. Nonostante Logan sia ormai arrivato alla fine dei suoi giorni continua a reagire, indossando le cicatrici come macigni sul corpo. La decostruzione del supereroe qui giunge allo stadio finale, al tramonto di un sole che continua a brillare carico unicamente di rabbia. Quella stessa rabbia che se decenni prima lo rendeva forte ora sembra prosciugarlo. Logan è tornato al suo punto di partenza, una spirale di autodistruzione disillusa. Ed è simbolico che a mettere a segno il colpo finale sia un suo clone, X-24, fatto di artigli e bestialità.
Uno scontro finale tra Logan e Wolverine, perché X-24 ricorda quello che lui stesso è stato prima che il Professor Xavier gli desse una famiglia e un motivo per cui lottare. “Non essere come ti hanno fatta” è il primo ed unico consiglio da padre con cui Logan termina la sua vita. Lui, come Laura, è stato “creato” per essere una bestia assetata di sangue, ma Xavier gli ha dimostrato come sia sempre possibile cambiare in meglio. Logan spera, proprio come un buon padre, che sua figlia Laura impari dagli errori del passato e diventi la versione migliore di Wolverine.
Continua a seguire la rubrica CoffeeNSupes per ripercorrere insieme tutti i film sui supereroi. Ti aspetto venerdì prossimo con un nuovo appuntamento!
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Rubrica a cura di Eleonora Chionni