Alfred Hitchcock. Il solo nome richiama alla mente titoli stranoti anche a chi non li ha mai visti: “Psyco”, “La donna che visse due volte”, “Gli uccelli”. Un nome che richiama immancabilmente uno stile che, attraversando diversi generi, rimane fedele all’esplorazione degli aspetti più oscuri e reconditi dell’umano.
Naturalizzato statunitense, le origini del regista affondano però in terra inglese. Ed è qui, in Gran Bretagna, che Hitchcock comincia a muovere i primi passi nel mondo del cinema,conquistandosi nel tempo una posizione in primo piano. Grande conoscitore dei meccanismi cinematografici e del funzionamento della suspence, Hitchcock ha infatti diretto più di 50 film lungo la sua carriera.
Il giovane Hitchcock: l’uomo prima del mito
Alfred Hitchcock nasce nel 1899 in una famiglia cattolica. La formazione comincia presso i gesuiti e continua nella School of Engineering and Navigation. Nel 1918 scorgiamo il primo tassello di quel percorso che lo porterà al centro dell’universo cinematografico. Il giovane Alfred inizia a lavorare per una compagnia telegrafica ed entra nel mondo della pubblicità grazie agli studi di disegno presso l’Università di Londra.
È così che Hitchcock ha il suo primo contatto con il mondo fatto di celluloide e volti di star: disegnando bozzetti diventa il responsabile dei titoli e delle didascalie dei film muti per la società Famous Players-Lasky.
La virata verso il mondo della regia arriva grazie a Michael Balcon, che lo incarica di recarsi agli studi dell’UFA di Berlino per coprire il ruolo di aiuo regista di Graham Cutts. In Germania l’artista incontra il cinema espressionista di registi come Fritz Lang e Paul Muni che lasceranni una traccia indelebile nella sensibilità onirica del “maestro del brivido”.
Il “periodo britannico” di Alfred Hitchcock
Con la regia del film anglo-tedesco “Il labirinto delle passioni”, s’inaugura il cosiddetto “periodo britannico” della produzione hitchcockiana. Si tratta del periodo compreso tra il 1925/26, gli anni delle riprese del film sovracitato, e il 1940, quando il regista si trasferisce definitivamente a Los Angeles.
Ma è con la seconda produzione anglo-tedesca che arriva il primo successo del regista esordiente: “Il pensionante” (1927). Il soggetto del film è una rivisitazione della storia di Jack Lo Squartatore che anticipa molti dei temi e delle tecniche tipicamente hitchcockiane. La dimensione psicologica con la sua capacità di deformare il reale è già tutta visibile in questo primo successo. Non a caso Hitchcock considererà sempre questo come il suo vero primo film.
Con “Ricatto” (1929), il primo film sonoro d’Europa, il regista si afferma definitivamente nel panorama cinematografico del vecchio continente. Il film nasceva in realtà muto e venne post-sonorizzato per la distribuzione. Il salto di qualità che gli varrà la fama internazionale verrà tuttavia di lì a poco con i film degli anni ’30.
Gli anni ’30 e il trionfo hitchcockiano
Nel decennio successivo il regista si dedica a film a soggetto spionistico. Il primo è “L’uomo che sapeva troppo” del 1931, seguito da “Il club dei 39” (1935), “Amore e mistero” (1936), “Sabotage” (1936), “Giovane e innocente” (1937) e “La signora scompare” (1938). Il famoso “ciclo dei sei classici thriller“, nella definizione del critico Raymond Durgnat.
I film di Hitchcock escono al cinema con un ritmo cadenzatissimo e le sue abilità nel creare suspence e atmosfere vengono sempre più facilmente a galla, facendosi strada tra intrighi e misteri. Il ciclo attira sul regista l’attenzione dei produttori statunitensi.
Quando nel ’39 la famiglia Hitchcock si trasferisce definitivamente a Los Angeles si conclude il periodo britannico per cominciare quello americano. Il resto, come si suol dire, è storia.
Debora Troiani
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