Lucio Fontana, uno degli artisti contemporanei più rilevanti a livello internazionale, il suo nome è diventato simbolo di una vera e propria rottura con i linguaggi artistici tradizionali. Artista passato alla storia dell’arte dell’ultimo Novecento grazie ai suoi famosi tagli sulla tela, così semplici all’apparenza ma profondamente iconici.
“Io cercavo col colore di rompere la materia, perché quel che a me dava fastidio era la schiavitù della materia“
L’artista italo-argentino è stato uno dei grandi protagonisti del Novecento, è riconosciuto come il padre dello spazialismo, ed è arrivato piuttosto tardi alle sue opere più note, dato che i suoi celeberrimi “Concetti spaziali” risalgono alla fine degli anni Quaranta.
Lucio Fontana, vita e formazione
Fontana nasce il 19 febbraio del 1899 a Rosario di Santa Fé, in Argentina, da emigrati italiani dai quali avrebbe ereditato la passione per l’arte. Il padre Luigi è infatti scultore, specializzato in statuaria funebre, mentre la madre Lucia Bottino è attrice di teatro. L’artista frequenta la scuola in Italia. Subito dopo il diploma fa ritorno in Argentina dove comincia a lavorare nello studio del padre, soprattutto per i ricchi emigrati italiani in Argentina.
In quegli anni, realizzando le prime opere “sperimentali”, comincia ad allontanarsi dall’idea di scultura come attività commerciale, per avvicinarsi all’idea di scultura intesa come ricerca. Apre uno studio in proprio e si iscrive all’Accademia di Belle Arti. Nel 1927 torna in Italia e si iscrive al corso di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove si diploma nel 1929. Diventa subito uno degli allievi prediletti del docente del corso, Adolfo Wildt. Ma la ricerca di qualcosa di nuovo, la voglia di sperimentare, porta ben presto Fontana ad una netta separazione artistica dal suo maestro. Gli anni ’30 sono dedicati alla sperimentazione e alla frequentazione del mondo artistico di ricerca. Nel 1940 torna in Argentina, è ormai uno scultore affermato.
Diventa protagonista di numerose esposizioni, riceve riconoscimenti pubblici, inizia ad insegnare e frequenta la scena dell’avanguardia. Nel 1947 in un gruppo di disegni appare per la prima volta il termine Concetto Spaziale, che farà parte della sua produzione negli anni a venire. Fonda così il movimento Spazialista. Muore a Varese il 7 settembre 1968 lasciando le sue opere in collezioni permanenti di più di cento musei di tutto il mondo.
L’arte supera i confini dello spazio
L’ arte definisce il mondo in cui viviamo uscendo dalla superficie pittorica, infrangendola, bucandola, tagliandola. Viene superata l’idea della pittura e delle altre arti nella loro accezione tradizionalmente, per arrivare ad una nuova forma che include anche lo spazio e il tempo. Per la prima volta lo spazio non contiene l’opera ma diventava esso stesso parte dell’opera.
… io buco; passa l’infinito di lì, passa la luce, non c’è bisogno di dipingere […] invece tutti hanno pensato che io volessi distruggere: ma non è vero io ho costruito, non distrutto”
Con i “buchi” e i “tagli”, Fontana ha posto le basi per il superamento della tridimensionalità. Si può dire che Fontana ha definitivamente superato la terza dimensione, grazie ad un’arte capace di occupare lo spazio. Considera le opere come “concetti”. I buchi e i tagli sono un’uscita dalla materia, un modo per superarla.
Negli anni Sessanta, dà il via al ciclo degli “Olii“. Realizzandone di grandi dimensioni ispirati a Venezia, che poi espone in una personale a New York. La sua creatività porta il pittore a realizzare le opere del ciclo “Metalli” ed a realizzare anche dei gioielli e disegna “Abiti Spaziali“. Dal 1967 inizia il nuovo ciclo delle “Ellissi“, lavori monocromi in legno laccato con buchi ed alcune sculture, in metallo laccato, su gambi.
“Concepiamo l’arte come una somma di elementi fisici, colore, suono, movimento, tempo, spazio, concependo un’unità fisico-psichica, colore l’elemento dello spazio, suono l’elemento del tempo, e il movimento che si sviluppa nel tempo e nello spazio. Sono le forme fondamentali dell’arte nuova che contiene le quattro dimensioni dell’esistenza. Questi sarebbero i concetti teorici dell’arte spaziale”.
Manifesto tecnico dello Spazialismo
Ilaria Festa
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