Giò Pomodoro, superfici vive

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Di Redazione Metropolitan

Il 17 novembre del 1930 a Orciano di Pesaro nasceva Giorgio Giò Pomodoro, scultore, orafo, incisore e scenografo italiano. La sua particolare ricerca formale lo ha confermato tra i principali scultori del Novecento, insieme al fratello maggiore Arnaldo.

Dalle medaglie in bronzo alle sculture monumentali, questo artista ha reso vive le superfici superando i limiti che la materia impone. Alternando pieni e vuoti, linee sinuose a linee spezzate, Pomodoro ha reso il suo tratto inconfondibile e noto in tutto il mondo.

Opere di Giò Pomodoro nella Fonderia Val Camonica di Vimercate (Milano). Foto di Paolo Monti, 1065 - Photo credits: wikipedia.org
Opere di Giò Pomodoro nella Fonderia Val Camonica di Vimercate (Milano). Foto di Paolo Monti, 1065 – Photo credits: wikipedia.org

Giò Pomodoro, oreficeria e scultura

Giorgio dimostra una spiccata passione per l’oreficeria fin dai primi anni di studio a Pesaro. Nel 1954 si trasferisce a Milano e da quel momento prende il via un’incessante attività espositiva, spesso in collaborazione con il fratello. Inoltre con Arnaldo prende parte alla rivista “Il Gesto”, testata fondata dal Movimento Nucleare a cui collaboravano altri importanti nomi dell’epoca come Giulio Turcato e Lucio Fontana.

Tuttavia tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, se ne distacca per seguire una personale ricerca scultorea sulla continuità tra materia e spazio, alternandone l’applicazione nei gioielli e nelle sculture di grandi dimensioni. Finisce così per distaccarsi totalmente anche dal fratello, esponendo insieme per l’ultima volta durante la XXXII Biennale di Venezia nel 1964.

Giò Pomodoro, Piano d'uso collettivo. A. Gramsci ad Ales (OR), 1977 - Photo credits: pinimg.com
Giò Pomodoro, Piano d’uso collettivo. A. Gramsci ad Ales (OR), 1977 – Photo credits: pinimg.com

Scultura sociale e luoghi scolpiti

Molte opere di Giò Pomodoro, in pietra o in bronzo, sono presenti in collezioni pubbliche e private, come per esempio al Museo del Novecento di Milano e al Museo di arte moderna di Città del Messico. Ma la sua fama internazionale è legata soprattutto alle monumentali opere pubbliche, dedicate quasi sempre al sole e all’astronomia e realizzate nel corso di tutta la sua carriera.

Convinto del fondamentale ruolo civico dell’arte, realizza quelli che lui stesso definisce “luoghi scolpiti” ovvero spazi pubblici plasmati e restituiti carichi di significato ai cittadini. Il primo esempio è stato realizzato nel 1977 ad Ales (OR), dove un’intera piazza è stata arricchita con simboli ed elementi tipici del suo linguaggio. Tra i lavori più noti anche Sole-Luna-Albero del 1986 a Monza, Scala solare – Omaggio a Keplero del 1993 a Tel Aviv.

di Flavia Sciortino

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