Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, la figura del dio romano Esculapio: corrispettivo del dio greco Asclepio, il quale, secondo la mitologia greca fu simbolo della medicina.

Esculapio, la figura mitologica simbolo della medicina e il corrispettivo greco Asclepio

Figura originata dalla mitologia greca, Esculapio è il corrispettivo del dio greco Asclepio; secondo Esiodo, figlio di Apollo e della principessa di Messene, figlia di Leucippo, Arsinoe. Per il poeta Pindaro, invece, è figlio di Apollo e Coronide; quindi un semidio, la cui versione omerica vuole fosse stato istruito in materia medica dal centauro Chirone. Tuttavia, in un’altra versione, si racconta che avesse ereditato tale potenzialità dal padre Apollo. Secondo il mito greco Esculapio/Asclepio, grazie alla dea Atena, ebbe il dono di cambiare il suo sangue con una delle tre Gorgoni, Medusa. Da quel momento, il sangue che sgorgava dal suo fianco sinistro era velenoso e portatore di sventure; quello proveniente dal fianco destro, invece, aveva poteri eccezionali, poiché in grado di guarire qualunque malattia e risorgere i morti.

Questo improvviso potere fece infuriare Zeus e Ade in quanto, grazie a Esculapio, l’afflusso dei morti nel mondo dell’Oltretomba era notevolmente diminuito. Per i poteri molto simili a quelli di un negromante, ovvero, riportare in vita i morti, garantire una vita lunga e guarire ogni male, il dio dell’Olimpo decise di fulminarlo. Zeus, infatti, temeva che la figura di Esculapio/Asclepio potesse diventare troppo importante nel mondo umano, facendo vacillare la fede negli dèi da parte degli uomini.

Tuttavia Apollo, padre dei Esculapio, si sentì oltraggiato dall’azione di Zeus e si vendicò uccidendo i Ciclopi: coloro i quali forgiavano le folgori del maggior dio dell’Olimpo. Per mantenere la pace con Apollo, Zeus rese Esculapio immortale trasformandolo in una divinità minore; le circostanze non resero possibile riportare il semidio in vita, così il padre degli dèi lo tramutò nella costellazione di Ofiuco.

Differenze con la figura greca e introduzione del culto a Roma

Nell’antica Grecia, Asclepio si venerava come dio della medicina ma, la sua figura, aveva anche una sfumatura occulta. Poiché associato alla capacità di riportare in vita i morti, spesso Esculapio/Asclepio era invocato dai negromanti. Il centro del suo culto era Epidauro. Una delle pratica più comuni presso i greci, per ringraziare il dio, era sacrificare un gallo; animale considerato gradito alla divinità. Un esempio di questa pratica è descritto nel Fedone di Platone. Il culto romano di Esculapio, invece, fu introdotto a Roma sull’Isola Tiberina nel 291 a.C.

Secondo la tradizione, quell’anno la città era stata duramente colpita dalla peste; per scongiurare ulteriori perdite, e dopo aver consultato i Libri Sibillini, il Senato romano decise di erigere un tempio in onore del dio. Mentre una barca risaliva il Tevere con a bordo la statua della divinità, un serpente – simbolo di Esculapio – sceso dall’imbarcazione si diresse verso l’Isola Tiberina. Questo evento si interpretò come un segno; il dio aveva quindi espresso la sua volontà circa il luogo dove sarebbe sorto il suo tempio che, successivamente, fu lì eretto. Il 1 gennaio infatti si festeggiava la fondazione del tempio sull’isola. Durante le celebrazioni in suo onore si sacrificava un bue, animale sacro al dio; mentre si conducevano i serpenti in una vera e propria processione. La carne dell’animale si distribuiva fra i sacerdoti che la accompagnavano con il vino, dono dei fedeli in omaggio a Esculapio.

Stella Grillo

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