La Gran Bretagna ha deciso di vietare l’imenoplastica, ovvero la procedura chirurgica che consiste nella ricostruzione dell’imene, a cui si ricorre per dare l’impressione di riesumare la verginità della donna o della ragazza. L’operazione veniva ancora seguita in alcune cliniche private ma da ora proibizione sarà applicata sia in caso di consenso che di costrizione. Considerati illegali anche i test della verginità, considerate entrambe forme di violenza contro le donne.
L’imenoplastica è una forma di violenza
Una nuova legge in Gran Bretagna renderà illegale la ricostruzione chirurgica dell’imene, una battaglia cominciata da attivisti, ostriche e in generale dalla comunità medica, che richiedono anche il divieto di poter eseguire test di verginità sulle donne.
Il disegno di legge è stato commentato da Gillian Keegan, Ministro della Salute del Paese, che sostiene a gran voce: “Il governo si impegna a salvaguardare le donne e le ragazze vulnerabili del nostro Paese”.
“Ogni donna e ragazza che affronta questo intervento chirurgico invasivo, lo fa sotto costrizione, diretta o indiretta, per presentarsi come “vergine” e, in molti casi, questa operazione viene effettuata per consentire un matrimonio forzato, organizzato dalle famiglie”, spiega al Guardian Diana Nammi, direttore esecutivo dell’Organizzazione iraniana e curda per i diritti delle donne.
L’imenoplastica è infatti una pratica eseguita ancora in molti Paesi Europei per assolvere a radicate credenze religiose e culturali che individuano nella verginità un “valore” di cui deve essere in possesso la donna soprattutto per potersi sposare.
Tale convinzione, oltre a portare avanti visioni profondamente sessiste, in quanto la donna viene vista come un oggetto, non potendo prendere delle decisioni completamente autonome e dovendo rispondere sempre ad un uomo, può provocare, come ricorda Nammi: “Traumi e, in circa la metà dei casi, la donna non sanguina comunque al successivo rapporto sessuale, e diventa molto vulnerabile agli abusi basati sull’”onore” o addirittura ai delitti d’onore”.
Il Guardian ha riportato la storia di una trentenne curda, violentata da bambina, e negli anni tormentata dai genitori perché si sottoponesse all’imenoplastica, in modo tale da “ripristinare la verginità” ed essere “pura” per il futuro marito.
La donna ricorda gli eventi come un’ulteriore violenza a quella già subita: “Il rischio di essere ostracizzata dalla mia comunità perché non volevo sottopormi all’operazione desiderata dai miei genitori mi ha messo in uno stato d’animo estremamente cupo. Mi sentivo anormale. Ho detto ai miei che non volevo fare l’operazione, ma loro, per più di un anno, hanno usato il ricatto emotivo per cercare di convincermi“.
Oltre all’abuso sessuale subito, parla di abusi emotivi, che le sarebbero stati evitati se in quegli anni “l’imenoplastica fosse stata illegale”. Ora spera però che questa decisione presa, offra un’importante possibilità di fuga ad altre ragazze: “Sono sicura che sarà di grande conforto, per le ragazze vulnerabili, in una posizione simile alla mia, sapere che la legge è dalla loro parte. Potrebbe dare loro la forza di difendersi da sole”.
La disposizione di rendere l’operazione illegale nasce dalla convinzione che la pratica sia fortemente discriminate e umiliante per la donna, così come i test della verginità, provocandole forti danni emotivi.
Il Presidente del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, Edward Morris, ha infatti precisato che la pratica non potrà essere svolta nemmeno in caso di consenso in quanto: “Nessuna delle due procedure deve trovare spazio nel mondo medico e non dovrebbe essere svolta in nessuna circostanza. Informeremo il Consiglio medico generale, se verremo a conoscenza di qualcuno che esegue queste procedure, in modo che possa intraprendere le azioni appropriate”.
Oltretutto bisognerebbe considerare che esistono false visioni riguardanti “la rottura dell’imene”. Questo infatti non è chiuso, perciò non si può parlare propriamente di rottura; e non è nemmeno assicurato che dopo un primo rapporto si verifichi sanguinamento.
Come spiega l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) quindi: “La presenza dell’imene non è un’indicazione affidabile per capire se c’è stato un rapporto sessuale, e non esiste esame che possa dimostrare la storia dei rapporti sessuali di una vagina”.
Con questo appare chiaro come l’imenoplastica sia effettivamente una pratica senza fondamento medico, ma che negli anni sia stata portata avanti solo da convinzioni culturali e/o religiose; uno scenario che autorizza senza ombra di dubbio a rendere illegale la procedura chirurgica.
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