In seguito a delle proteste contro le restrizioni anti Covid Jim Watson, sindaco di Ottawa, ha dichiarato lo stato di emergenza. Le proteste hanno portato all’occupazione della capitale canadese, automobili e tende hanno bloccato la circolazione delle strade. Inutili gli interventi delle Forze dell’Ordine: il numero di protestanti è troppo elevato.

L’obbligo vaccinale è la causa scatenante dello stato di emergenza

Le proteste che hanno portato alla dichiarazione dello stato di emergenza a Ottawa sono legate alle restrizioni anti Covid. I camionisti si sono rivoltati all’obbligo vaccinale stabilito per coloro che varcano la frontiera con gli Stati Uniti. I manifestanti, presenti anche a Toronto, Quebec e Winnipeg, hanno annunciato di voler proseguire l’occupazione fino alla revoca delle restrizioni.

In realtà le proteste, denominate del Freedom Convoy, sono state generalmente pacifiche. I dimostranti infatti, hanno acceso falò, creato saune portatili contro le temperature polari, costruito castelli gonfiabili per i bambini difronte al parlamento e urlato slogan contro il governo. Tuttavia, il numero di persone che vi ha partecipato è stato così ingente da mobilitare l’amministrazione comunale. Il primo cittadino ha rilasciato delle dichiarazioni nelle quali esprime la sua preoccupazione. Il sindaco ha detto che la situazione è fuori controllo poiché sono i manifestanti a stabilire la legge. Il municipio cittadino ha annunciato che la dichiarazione dello stato emergenza riflette il grave pericolo e la minaccia alla protezione dei residenti. Anche Doug Ford, premier della provincia canadese, ha descritto l’accaduto come un’occupazione, esortando le persone a porvi fine.

I cittadini che non hanno partecipato alla protesta mostrano preoccupazione. Infatti, la viabilità ha subito un rallentamento, e hanno paura che si verifichi un aumento della circolazione del virus. Si resta perciò in attesa di risorse supplementari. A questo proposito sono in arrivo circa 250 agenti della gendarmeria reale, un corpo di Polizia Federale.

Michela Foglia

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