Il 29 marzo 1795, Ludwig Van Beethoven si esibì per la prima volta su un palcoscenico. Si tratta di una data epocale nella storia del prestigioso palcoscenico austriaco dell’Hoftheater dove si svolse il primo concerto del musicista all’età di 25 anni.
Beethoven e i concerti all’Hoftheater d’Austria
L’Hoftheater fu il teatro voluto da Maria Teresa d’Asburgo, appassionata d’arte e di musica. Proprio su volere della regina, in questo teatro vennero rappresentate le più celebri opere di Mozart: “Il Ratto del serraglio”, “Le nozze di figaro”, e “Così fan tutte”.
Beethoven, il primo concerto
Il primo evento musicale di Beethoven in un teatro venne organizzati da Haydn, per celebrare le vedove dei caduti nel conflitto con la Francia. In questa occasione Beethoven esegui al pianoforte il Concerto in si bemolle, che aveva scritto tra il 1787 e il 1789. La sua esibizione venne diretta da Antonio Salieri, ricordato in seguito per la su acerrima rivalità con Mozart.
La fama e le opere
Beethoven fu un musicista molto apprezzato del suo tempo, tanto da esibirsi frequentemente in forma privata e presso residenze nobiliari dell’aristocrazia viennese. La sua esibizione presso l’Hoftheater fu la sua prima occasione ufficiale di suonare di fronte ad una platea in un teatro.
Beethoven scrisse le sue principali opere nella capitale dell’impero austriaco, dove incontrò alcuni dei maestri più celebrati dell’epoca mozartiana. Tra questi Johan Schenk, Johann Georg Albrechstberger, e Antonio Salieri. Grazie all’influenza di questi musicisti, in pochi anni Beethoven pubblicò tre Trii per pianoforte, violino e violoncello, oltre ad alcune Sonate per pianoforte.
Beethoven, musicista moderno
Nonostante comuni richiami classici e mozartiani presenti nelle sue opere, Beethoven si distinse ben presto dagli altri musicisti della sua epoca, per la sua volontà di staccarsi da uno stile propriamente classico, per aderire agli ideali romantici, tipici di Goethe e e Schiller.
La sordità di Beethoven
Nonostante il suo talento come musicista, Beethoven scoprì di essere sordo all’età di 30 anni. Questo lo porto ad un periodo di isolamento e sofferenza interiore, non privo però di capolavori. In questo periodo scrisse alcune delle sue opere migliori, tra cui la “Nona sinfonia in Re minore Op.125”, e “L’Inno alla Gioia”.
Sonia Faseli
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