Johann Wolfgang von Goethe fu uno dei grandi protagonisti del periodo che va dalla seconda metà del XVIII secolo fino alla prima metà del XIX. La sua poliedrica attività lo consegnò già ai contemporanei come una delle menti più brillanti del periodo. I suoi lavori infatti spaziano dalla letteratura alla poesia, passando per il teatro e la musica, la pittura e la filosofia. Aderì presto al movimento tedesco del XVIII secolo Sturm un Drang, motore del Romanticismo europeo. Seguendo la teoria seconda la quale tutte le grandi letterature dell’epoca seguissero una linea comune inventò la cosiddetta Weltliteratur, la letteratura mondiale, già teorizzata da molti intellettuali dell’epoca ma mai prima di quel momento testata.

Tra i suoi lavori più famosi ricordiamo il poema drammatico Faust, un’opera monumentale ispirata alla celebre figura del Dottor Faust, che lo occupò per oltre sessant’anni, e I dolori del giovane Werther, pubblicato da un Goethe in giovane età, che sarà d’ispirazione qualche decennio più tardi a Ugo Foscolo per le sue Ultime lettere di Jacopo Ortis.

Gli studi e le prime composizioni di Goethe

Goethe nella campagna romana (Johann Heinrich Wilhelm Tischbein) - Photo Credits: sololibri.net
Goethe nella campagna romana (Johann Heinrich Wilhelm Tischbein) – Photo Credits: sololibri.net

Goethe nacque a Francoforte sul Meno il 28 agosto 1749. Il padre, Johann Caspar era giurista e consigliere imperiale, la madre, Katharina Elisabeth Textor, figlia del sindaco di Francoforte. Già sul finire degli anni ’50 compose i suoi primi versi e all’età di 16 anni, nel 1765, partì per Lipsia per intraprendere gli studi di diritto. Durante gli anni passati nella città sassone, solamente tre, scrisse la commedia pastorale Die Laune des Verliebten (I capricci dell’innamorato), ispirandosi alla relazione amorosa che il poeta ebbe con Kätchen Schönkopf.

Nel 1768 tornò a Francoforte dove, un anno più tardi, sulla scia dei capricci dell’innamorato, scrisse la commedia Die Mitschuldigen (I correi), per poi ripartire l’anno successivo in direzione Strasburgo, per terminare gli studi. Lì incontrò Friederike Brion, la ragazza del quale si innamorò e che sarà d’ispirazione a Goethe per i vari personaggi femminili delle sue opere, e Johann Gottfried von Herder, filosofo che lo avvicinò alla letteratura shakespeariana. Sono questi anche gli anni di adesione del poeta al neonato movimento dello Sturm und Drang, dal quale poi nacque il Romanticismo. Terminati gli studi, nel 1771, tornò nuovamente nella città natale, dove scrisse la tragedia Götz von Berlichingen.

I dolori del giovane Werther e il trasferimento a Weimar

Dopo una breve parentesi durata pochi mesi, nel 1772, presso la cittadina di Wetzlar, dove conobbe Karl Wilhelm Jerusalem, figlio di un importante teologo dell’epoca, tornò a Francoforte. Qui, nel 1774, pubblicò I dolori del giovane Werther. L’opera, un romanzo epistolare che racconta la delusione amorosa che porterà il giovane protagonista al suicidio, rappresenta l’apice dello Sturm und Drang e costituisce un importante esempio precursore del Romanticismo. Qualche decennio più tardi il romanzo sarà d’ispirazione a Ugo Foscolo per le sue Ultime lettere di Jacopo Ortis.

Nel 1775 lasciò nuovamente Francoforte in direzione Weimar, dove un giovane Carlo Augusto gli chiese di stanziarsi a corte per fargli da precettore. Qui fu nominato consigliere segreto e per i primi anni preferì dedicarsi alla scienza piuttosto che alla produzione letteraria. A questo periodo in effetti risalgono poche composizioni, tra le quali si ricordano La vocazione teatrale di Wilhelm Meister e L’Ifigenia in Tauride.

Il viaggio in Italia, il Faust e gli ultimi anni di Goethe

Nel 1786, senza avvisare nessuno, Goethe partì per l’Italia. Nel Bel Paese il poeta ritrovò l’ispirazione perduta durante gli anni di Weimar, tanto che si stanziò a Roma per due anni. Al periodo italiano risalgono la versione definitiva dell’Ifigenia in Tauride e il completamento dell’Egmont. Tornato a Weimar nel 1788 trovò un ambiente ostile. Si legò alla fioraia Christiane Vulpius che gli diede cinque figli, di cui solamente uno sopravvisse. Per quanto riguarda la produzione letteraria, scrisse l’Elegie romane e completò il Torquato Tasso.

Nel 1808 Goethe pubblicò la prima parte del suo capolavoro, il Faust, il poema drammatico che impegnò il poeta per sessant’anni. Tra il 1773 e il 1775 infatti, scrisse l’Urfaust, pubblicato poi nel 1790 come Faust. Ein Fragment, una sorta di prototipo di quello che sarebbe diventato il poema nel 1832, con la pubblicazione della seconda parte. Per il poema Goethe riprese la figura del Dottor Faust, famoso personaggio della tradizione letteraria europea che vendette l’anima al diavolo per la conoscenza assoluta. La seconda parte fu pubblicata postuma poiché il poeta morì a Weimar poco prima, il 22 marzo 1832.

Riccardo Malarby

Seguici su Google News