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Ottobre 30, 2024, mercoledì

Renzo Arbore e Boncompagni: dietro “Alto gradimento” un grande amore

Renzo e Gianni erano amici per la pelle. Insieme inventano un programma radiodiofonico cult, senza precedenti. La satira arriva ai microfoni radio, e la storia dello spettacolo è stravolta. Doveva intitolarsi “Musica e puttanate”, ma l’allora direttore della radio boccia il titolo. “Basso gradimento” propone Renzo, ma Gianni, con la voglia di puntare in alto e di bluffare, dice: “Meglio Alto gradimento”. Il 7 luglio 1970 debutta la trasmissione, e i due conduttori sono Renzo Arbore e Gianni Boncompagni.

Arbore e Boncompagni, primi a lanciare i Beatles

Arbore, Boncompagni, Marenco, Bracardi, foto da RAI teche.it
Arbore, Boncompagni, Marenco, Bracardi, foto da RAI teche.it

Abbiamo inventato tante cose insieme, ricorda Renzo Arbore del compagno di scorribande Gianni Boncompagni, che gli insegnò a non essere timido. I parenti da casa a Foggia vogliono sapere, e i vicini chiedono. Così Lorenzo, o come dicevan tutti Renzo, potrà raccontare mirabili avventure: da “Bandiera gialla“, “Alto gradimento“, “L’altra domenica“, “Cari amici vicini e lontani…“, fino “Indietro tutta!. Proprio sulla scia del successo di “Bandiera Gialla“, trasmissione del sabato pomeriggio indirizzata a un pubblico giovane in onda dal 1965 al 1970, Renzo e Gianni inventano ‘la nuova creatura’, mentre si dicevano: “Perché non fare un programma di assoluta evasione, che non abbia né politica, né altro tipo di impegno?”. Apparentemente senza un filo logico, all’insegna della totale improvvisazione, si andava in onda con la partecipazione di Giorgio Bracardi e suo fratello Franco, e di Mario Marenco.

La squadra di “Alto gradimento”, è introdotta dalla versione strumentale di “Rock Around the Clock” di James Last. Le frequenze sono sul Secondo programma Rai, dove il programma prosegue a più riprese, fino al 2 ottobre 1976. In onda dal lunedì al venerdì, dalle 12.30 alle 13.30. Con qualche cambio di titolo, diventa “Radio Trionfo“, fino al 31 dicembre 1977. E l’1 gennaio 1978, riappare con il nome “No, non è la BBC“, fino al 31 dicembre 1978. Renzo e Gianni sono i primi in assoluto, a lanciare il periodo beat. Alla radio ‘grattavano’ i brani dei Beatles, perché loro due lo volevano fermamente. Pur non ritenuti idonei all’epoca dai dirigenti Rai, perché considerati un gruppo vocale strumentale con difetti di intonazione! Vuoi vedere che Ringo, Lennon e Mc Cartney devono ai due nostri radiofonici il successo in Italia?

Alto gradimento, la faccia non buca lo schermo

Le battute interrompono i brani musicali, e non sono appuntate su canovaccio, ma spontanee: “Facciamo come gli americani che improvvisano”, diceva Gianni. Goliardia, un pizzico d’irriverenza che serve a scoprire tabù. La capacità di scherzare su tutto diventa il pregio del programma. Dove gli spunti culturali si mescolano sapientemente al pop. Ed è bandita la banalità. Si fa intrattenimento senza puntare sull’attualità, senza satira politica che ancora non esisteva, se non addolcita alla maniera di Noschese. I personaggi paradossali, irresistibili, erano interpretati da Giorgio Bracardi e Mario Marenco, che interagivano con i due conduttori che fanno da spalla. Un umorismo senza tempo, che non segue gli insegnamenti dei grandi comici come Totò, Walter Chiari; ma inventa di suo.

Il successo di “Alto gradimento“, è reso possibile anche dalla vita vissuta in provincia, Renzo a Foggia e Gianni ad Arezzo. Gli sberleffi cominciano da lì, sono segreti di sopravvivenza in gioventù, in un ambiente stretto dove bisogna arrangiarsi per sfuggire alla monotonia. La galleria dei personaggi naif che si alternano in radio, è davvero vasta: quasi un centinaio. Bracardi era Max Vinella: giornalista di cronaca nera, raccomandato, che per mascherare lacune professionali, sfoggiava un eloquio finto-francese. Poi c’era Bozambo, (sempre Bracardi), servitore personale africano di “badrone doddor gosdanzo“, in riferimento a Maurizio Costanzo. Il Maestro Benito Cerbottana, il musicologo Ennio Torvajanica, e il Prof. Onorato Spadone che sintetizza il suo pensiero filosofico ne “l’uomo è una bestia!”. E il colonnnello Buttiglione che divenne addirittura protagonista di una saga cinematografica interpretata dall’attore francese Jacques Dufilho.

L’amore viaggia su onde radio

I due geni della radio, un po’ disc jokey un po’ conduttori, hanno preso di mira la nouvelle cuisine con lo chef Léon del ristorante Le Luppolon. Le sue specialità erano piatti da ribrezzo: “pulcino con salsa di sudore di mulo”, “palla di cacao preceduta da un tripudio di puttini”. Si registravano tre-quattro puntate insieme e l’infallibile segreto era l’armonia di squadra, il divertimento vero in studio. Mariangela Melato, compagna di Arbore, si divertiva molto ad ascoltarli. Al “Corriere della sera“, Renzo ne parla così: “Mi sono alimentato pure dei suoi racconti, dell’umorismo milanese. Era una del bar Jamaica (ritrovo anni Cinquanta di intellettuali e artisti in via Brera), come Jannacci, apparteneva a quella generazione straordinaria! Io e lei abbiamo riso fino all’ultimo: riso tanto che mi sfotteva, mi accusava di essere un buffone. Ci svegliavamo la mattina e cominciavamo con le risate, era una cosa magica…” e si commuove.

Renzo Arbore ha il talento e il merito, di aver scoperto tanti personaggi, non solo del clan radiofonico: Roberto BenigniGegè TelesforoMarisa LauritoNino FrassicaMilly CarlucciDaniele Luttazzi. Lanciandone altri come Michele Mirabella, Luciano De Crescenzo e Maria Grazia Cucinotta. Grazie al suo spirito innovatore, visionario, con la musica come quintessenza, è anche inventore di brevetti televisivi. In un’intervista a Vincenzo Mollica, dichiarò di essere stato il primo a indossare i jeans a Foggia. Tra lo scompiglio di suo padre, scettico a quei pantaloni ‘da elettricista’ senza piega. Renato Carosone s’ispira a lui quando scrive la canzone “Tu vuó fa l’americano”. Un ragazzo avventuriero che gira per Napoli vestendo all’americana, che “Puorte ‘e cazune cu nu stemma arreto“.

Il non gradimento di Bracardi e Marenco

C’era anche “Scarpantibus” ad “Alto gradimento“: uccello preistorico dalle fattezze incerte, catturato in Nicaragua. Durante una finale di “Canzonissima ’71”, condotta da Corrado Mantoni e Raffaella Carrà, Arbore e Boncompagni collegati da Firenze, tentarono di mostrare il misterioso animale portato in studio dentro una cassa di legno. L’uccello oltre a emettere i soliti versi striduli che lo avevano fatto conoscere ai radioascoltatori, gettava fuori dalla cassa oggetti d’ogni tipo, anche insoliti rotoli di carta igienica. Di Scarpantibus, il celebre autore del pupazzo ET, Carlo Rambaldi, ne realizza una sua personale versione.

La maggior parte delle registrazioni di “Alto gradimento” sono andate smarrite. Ma a luglio 2020 un collezionista di Lucca, Vittorio Melecchi, ha consegnato 80 puntate conservate su cassetta nelle mani di Renzo Arbore. Lo ha annunciato, felice, lui stesso. Tutto il materiale è stato consegnato alla Rai, che lo ha digitalizzato per recuperare molti degli sketch. Non è mancata qualche polemica da parte di Marenco e Bracardi, forse delusi dall’avere un riconoscimento solo di coadiutori della trasmissione. Sono volate frasi come “I diritti della Siae sono andati alla Patria!”. Ma, dicono, “ci sono i bollettini Siae, e qualche causa vinta, a dimostrare che gli autori del programma sono, in parti uguali, quattro persone“.

Federica De Candia

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