Il rapporto dell’Istat segnala un record di ultracentenari, che il primo gennaio 2023 in Italia erano 22mila: numero mai visto nella storia del nostro Paese. Duemila in più rispetto all’anno precedente. Inoltre circa 1,7 milioni di giovani, quasi un quinto di chi ha tra 15 e 29 anni, non studia, non lavora e non è inserito in percorsi di formazione. Il tasso di disoccupazione giovanile non è mai stato così elevato in Italia.

Rapporto annuale dell’Istat: età media in Italia sale a 46 anni

Istat annuncia i giovani sempre più in difficoltà- Photo Credits Leasenews
Istat annuncia i giovani sempre più in difficoltà- Photo Credits Leasenews

L’Istat rivela che nel nostro Paese prosegue il processo di invecchiamento della popolazione: l’età media è salita da 45,7 anni a 46,4 anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio del 2023 nonostante l’elevato numero di decessi di questi ultimi tre anni, soprattutto a causa del Covid. Si contano infatti oltre 2 milioni e 150mila, di cui l’89,7% riguardante persone over 65. Nel 2022 inoltre la stima della speranza di vita alla nascita è di 80,5 anni per gli uomini e 84,8 anni per le donne. I livelli di sopravvivenza del 2022 risultano ancora al di sotto di quelli del periodo pre-pandemico. Si registrano valori di oltre 7 mesi inferiori rispetto al 2019, sia tra gli uomini, sia tra le donne.

I giovani in difficoltà

Per contrastare l’inarrestabile calo demografico, e quindi il crollo del Pil ed in definitiva l’inevitabile declino del Paese, l’Italia deve investire di più sui giovani, sulla loro formazione, sul loro benessere, suggerisce l’Istat nel suo Rapporto annuale in cui delinea luci e ombre dell’attuale fase del Paese, segnalando in particolare che nella fascia 18-34 anni quasi un giovane italiano su due presenta una o più situazioni di difficoltà sul fronte dell’istruzione, del lavoro, della salute o del territorio in cui vive.

Economia in ripresa

Si parte però dai dati della nostra economia, in larga parte positivi. A fine anno il saldo commerciale è tornato infatti in attivo. Dati incoraggianti arrivano poi dal mercato del lavoro, in cui all’aumento degli occupati si è associata la diminuzione dei disoccupati e degli inattivi. Nel primo trimestre 2023 si registra una dinamica congiunturale positiva per il Pil, superiore a quella delle altre economie dell’Unione europea, trainata soprattutto dal settore dei servizi. La manifattura mostra invece segnali di rallentamento.

Giulia Simonetti

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