Vi siete mai chiesti quando sono nate le banconote? Sembra una cosa ovvia, ma dietro la nascita della prima banconota si rivela una storia interessante e per niente scontata. Vediamo insieme come.
Come è nata la prima banconota?
Ci troviamo in Svezia, precisamente a Stoccolma. La banca centrale dell’epoca era la Stockolm Banco, che è stata tale dal 1656 al 1668. La sua fondazione avviene per mano di Joan Witmacker, nato nell’attuale Riga, che dopo essere stato arrestato, si trasferisce in Svezia. Qui, nonostante i precedenti debiti, è ammesso alla società nobiliare con il cognome Palmstruch. Da qui, comincia a mettere in atto una serie di tentativi per convincere il re a costituire, finalmente, una Banca Centrale. Questo avverrà solo nel 1656 appunto, quando il re Gustavo X di Svezia accetta la sua proposta.
Questo accordo in realtà viene raggiunto solo perché, rispetto alle due proposte precedenti, il mecenate aggiunge la promessa di versare metà dei profitti alla Corona. Così, il Re firma ben due patenti: uno per fondare un banco di giro, e uno per un banco di prestiti. Nasce così la Banca Centrale: una banca di giro e prestiti. Si basava sul modello della Amsterdamsche Wisselbank e della Hamburger Bank. All’apertura, nel 1657, riceveva depositi senza interesse: i clienti potevano successivamente ritirare le somme depositate, e farle circolare mediante note di deposito. Il banco di credito, che apre ufficialmente nel 1659, concede prestiti con capitali dei proprietari della banca.
Ma come si arriva alla prima banconota?
Alla prima banconota si arriva, quasi banalmente, per logica. Infatti, la Svezia era la maggior produttrice di rame del mondo, mentre la produzione di oro e argento era bassissima. Le monete all’epoca venivano coniate in rame, considerato metallo di scarso valore. Ciò rendeva una moneta da 10 talleri nel 1664 del peso di poco meno di 20 kg, non proprio leggera e semplice da trasportare. Così, si è reso necessario creare una moneta facile da trasportare, che consentisse quanto meno il trasporto del denaro. Queste erano stampate con i valori di 5, 25, 100 e 1000 talleri di rame. I biglietti più conosciuti sono in realtà quelli del 1661, detti Palmstruchare, con i tagli da 10, 25, 50 e 100 talleri d’argento.
Per essere corretti, la storia che stiamo raccontando riguarda in realtà la nascita della prima banconota europea. Ci sono infatti studiosi che sostengono che la prima vera banconota della storia risalga al 118 a.C., più precisamente in Cina. Ed è proprio la dinastia Song che vede per la prima volta l’introduzione della banconota vera e propria. Si tratta di rettangoli di pelle di daino con bordi colorati. Ma è con la dinastia Huang che arriva poi anche un sistema monetario unico, uguale per tutto il territorio cinese. In Italia invece si deve aspettare ben fino al 1746, quando grazie alle Regie Finanze di Torino, con lo scopo di facilitare il pubblico commercio, si stampano le prima banconote.
Caratteristiche della banconota moderna
Le banconote stampate nel recente passato, considerate quindi moderne, hanno dei dettagli inconfondibili e fondamentali che le caratterizzano. Stiamo parlando del numero di serie, del taglio fisso, e delle misure di sicurezza per contrastare le falsificazioni. Le prime banconote circolate in Europa, di cui esistono ancora alcuni rarissimi esemplari, avevano tutte le caratteristiche di cui sopra. Presentavano quindi il taglio fisso, la numerazione, la data di emissione, le firme dei funzionari della Banca emittente e diversi bolli a secco che ne garantivano l’autenticità.
La fine della Stockholm Banco
Alla fine, l’invenzione delle banconote alla fine portò più problemi di quanti ne avesse risolti. Inizialmente, sembrava che la banca potesse stampare banconote in quantità illimitata. Questo ha portato chiaramente anche l’aumento dei prestiti concessi. Così, nel 1663 i prestiti cessano di essere correlati ai depositi dei correntisti. Nell’autunno di quell’anno i prestiti concessi e le banconote stampate avevano raggiunto livelli tali che il valore delle banconote cominciò a scendere, fenomeno che si è presentato anche nell’età contemporanea.
Quando i portatori si rivolgevano al Banco per ottenere il metallo in cambio delle note di credito, l’istituto non aveva abbastanza metallo prezioso per soddisfare le richieste. Da ottobre in poi la banca fu costretta a rifiutare la conversione: così il governo e il parlamento rilevano dunque la banca. La liquidazione del Banco avviene nel 1667, e Palmstruch viene arrestato con l’accusa di aver causato le perdite della banca. Nel 1668 il titolo di banca centrale passa alla Riksens Ständers Bank, gestita dal parlamento. A questa nuova banca non era permessa l’emissione di cartamoneta fino al Settecento. La Riksens Ständers Bank fu successivamente ribattezzata Sveriges Riksbank, ed è tuttora la banca centrale svedese, che la rende la banca attiva più antica del mondo.
Marianna Soru
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