Il consueto horror, si veste da favola. Il nuovo libro di Stephen King, è una fiaba dark: “Fairy Tale“. Il «C’era una volta» che mette i brividi. E l’epigrafe del romanzo, è una tetra raccomandazione: «E che la tua coscienza ti faccia sempre da guida». Ma è solo una citazione della rassicurante FATA TURCHINA.

Horror, fantasy, una buona dose d’amore in Fairy Tale

Fairy Tale di Stephen King, foto da Vandal
Fairy Tale di Stephen King, foto da Vandal

Tutti gli ingredienti di un racconto fantastico, ci sono: un eroe, la lotta tra il bene e il male, e la magia. Un ragazzo, con il suo cane, fa la discesa in un mondo incantato e oscuro. “Fairy Tale” di Stephen King, è stato pubblicato in contemporanea il 6 settembre 2022 negli USA da Scribner, e in Italia da Sperling & Kupfer. L’idea del romanzo, è venuta a King durante il periodo del lockdown. “Che storia potrei scrivere per sentirmi felice? Come se la mia immaginazione non aspettasse altro che questa domanda, ho visto una enorme città deserta, ma viva. –dichiara Stephen King– Ho visto strade vuote, edifici infesttai, la testa di un gargoyle caduta in mezzo a una via. Statue in frantumi (non sapevo ancora di cosa, ma poi lo avrei scoperto). Un palazzo gigantesco con torri di vetro così alte da trapassare le nuvole. Da quelle immagini è scaturita la storia che volevo raccontare“.

Il protagonista è un diciassettenne che eredita una chiave che gli permette di accedere ad un mondo parallelo, dove si consuma una cupa lotta tra bene e male. Si chiama Charlie Reade, bravo nel baseball e nel footballe, ma solo apparentemente è un ragazzo come altri. Nasconde un vissuto difficile: la madre vittima in un incidente stradale, e il padre alcolista: «Una sera.. mi venne in mente di dire una preghiera». La vita gli ha insegnato a cavarsela da solo: «Mi ritrovai a prepararmi la colazione da solo due volte la settimana, poi quattro, infine quasi tutti i giorni». Il ragazzo incontra un cane, Radar, di un misterioso individuo, Mr Bowditch, che vive in una villa in cima ad una collina «la Casa di Psycho». Dal cortile provengono strani suoni. È un segreto che Mr.Bowditch nasconde tutta la vita: proprio dentro un capanno sul retro, si cela la porta d’accesso a un altro mondo. Charlie lo scopre quando l’uomo muore, lasciandogli una registrazione in cui svela il terribile segreto. 

Fairy Tale somiglia al suo autore

«Sono sicuro di riuscire a raccontare questa storia. Sono altrettanto sicuro che nessuno ci crederà. Per me va bene così. Mi basta poterla raccontare. Il mio problema – e sono certo che ce l’hanno molti scrittori, non solo i novellini come me – è decidere da dove cominciare». Stephen King inizia così il suo romanzo. Del dilettante, conserva solo la semplicità di scrittura. Il resto è consolidata arte di saper stregare il lettore. Tante le illustrazioni, le descrizioni nel racconto, che riportano indietro alle memorie di bambino chi legge. Stephen lo sa, che Horror e fiaba sono inscindibili: sono come Hänsel e Gretel, Biancaneve e il lupo, il principe e la sua principessa. Empis è il nome dell’altro mondo: un secchio pieno di pepite d’oro nel capanno degli attrezzi, funge da portale per l’entrata nel mondo parallelo. «Da dietro la porta arrivò un rumore … Non avevo mai sentito niente di simile». L’ ignoto comincia a far paura: «è la realtà più spaventosa sulla faccia della terra».

La terra di Empis, è costantemente minacciata dall’avanzare del Grigio, toglie forza e vitalità, che deturpa la fisionomia degli abitanti (c’è chi perde la bocca, chi gli occhi, le orecchie, chi diventa nano). Il suo cielo è sempre nuvoloso, e nella notte si scatenano branchi di lupi feroci. «Il grigio è una morte lenta. Diventa sempre più difficile respirare. La faccia viene ingoiata da un mucchio di carne inutile. Il corpo si chiude su se stesso». Per molti, l’horror resta ben altra cosa, non essendoci neanche i soliti mostri di King. Ma in “Fairy Tale“, c’è molta inquietudine e scene claustrofobiche che possano disturbare. Mentre la scioltezza di scrittura crea suspense e catapulta nel racconto.

C’era una volta Stephen King

“..C’era una piccola stazione di servizio con negozio annesso, che si chiamava Zip Mart. Vendeva la solita roba, dall’olio per motori al pane in cassetta e alle merendine, ma anche il pollo fritto cucinato dal proprietario, il signor Eliades (che tutti, nel quartiere, chiamavano Mr Zippy). Il pollo era esattamente ciò che proclamava il cartello in vetrina: IL MIGLIORE IN CIRCOLAZIONE. Ricordo ancora quanto fosse gustoso, ma non ne ho più assaggiato nemmeno un boccone da quando mia madre è morta. Se ci avessi provato, sono sicuro che mi si sarebbe rivoltato lo stomaco“. Un estratto del libro.

677 pagine, per la traduzione di Luca Briasco. E una dedica a inizio pagine: “Con un pensiero per REH, ERB e, ovviamente, HPL. Molti criticano King, anche “Fairy Tale“, per la caratteristica di non eliminare il superfluo, di non ridurre e sintetizzare. Nelle scuole di scrittura, i lunghi capitoli e la propensione a descrivere tutto, non è tecnica molto amata. Ma, sono altrettanti gli studiosi americani che asseriscono che lo stile descrittivo di King, sia il mezzo più efficace, con cui lo scrittore fa vivere e appassionare il pubblico alla narrazione. Non importa se il gabinetto lercio incontrato all’inizio del libro, non ricomparirà più. Questo è lo stile inconfondibile di King, e il suo segreto per rendere reale il mondo letto.

Federica De Candia

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