La notizia arriva a quasi un anno dalla morte della 22enne Mahsa Amini. Il regime di Teheran intensifica la politica di repressione nei confronti dei manifestanti. Varie organizzazioni per i diritti umani attraverso vari comunicati, hanno reso nota la notizia dell’arresto dello zio della giovane, Safa Aeli, 30 anni.

La morte di Mahsa Amini

Proteste per la morte di Mahsa Amini- Photo Credits quotidiano.net
Proteste per la morte di Mahsa Amini- Photo Credits quotidiano.net

Il 16 settembre 2022, la 22enne Mahsa Amini, venne trattenuta dalla polizia per aver violato le regole di abbigliamento della repubblica islamica. La giovane era in vacanza con la famiglia quando è stata arrestata per non aver “messo il velo in modo corretto”, poichè usciva un ciuffo di capelli di fuori. Dopo il suo arresto, la giovane finì in coma e fu ricoverata all’ospedale di Teheran, dove poi morì. Dalla sua morte ci sono state tantissime proteste che continuano tutt’ora. Non si arrendono e continuano la battaglia per la tutela dei diritti umani e delle donne.

Arrestato Safa Aeli

Le forze armate della repubblica islamica hanno arrestato Safa Aeli, zio 30enne di Mahsa Amini, nella città nord-occidentale di Saqqez. Lo comunica con un tweet la rete di attivisti 1500tasvir. Secondo quanto riferito dall’organizzazione Hengaw, le autorità hanno circondato la residenza di Aeli utilizzando un convoglio composto da cinque veicoli, senza mostrare apparentemente alcun mandato legale. La città di Saqqez, da cui proveniva Mahsa Amini, è oggetto di un attento controllo mentre si avvicina il primo anniversario della morte della ragazza.

Anniversario della morte di Mahsa

Dal settembre scorso, le autorità dell’Iran, guidate dalla Guida Suprema Ali Khamenei e dal presidente ultra-conservatore Ebrahim Raisi, hanno adottato una posizione ferma contro i manifestanti che richiedono riforme strutturali non solo in campo sociale, ma anche economico e ambientale. La violenta repressione da parte della Guardia della Rivoluzione, dei Pasdaran e dei Basiji ha causato almeno 600 vittime e ha portato a centinaia di migliaia di arresti. Le vittime non sono state solo i manifestanti, ma anche intellettuali, giornalisti, oppositori politici e altre figure della società.

Giulia Simonetti

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