Una «garanzia finanziaria» di quasi 5 mila euro come alternativa al trattenimento in un Centro di permanenza e rimpatrio durante lo svolgimento della procedura per l’accertamento del diritto di accedere al territorio italiano. È quanto si prevede per i richiedenti asilo nel decreto del 14 settembre 2023, a firma del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di concerto con i colleghi Carlo Nordio (Giustizia) e Giancarlo Giorgetti (Economia), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 221 del 21 settembre con il titolo «Indicazione dell’importo e delle modalità di prestazione della garanzia finanziaria a carico dello straniero durante lo svolgimento della procedura per l’accertamento del diritto di accedere al territorio dello Stato».

La garanzia di 4.938 euro deve essere «idonea a garantire allo straniero, per il periodo massimo di trattenimento, paria quattro settimane (28 giorni), la disponibilità di un alloggio adeguato, sul territorio nazionale; della somma occorrente al rimpatrio; dimezzi di sussistenza minimi necessari». Allo straniero è dato «immediato avviso della facoltà, alternativa al trattenimento, di prestazione della garanzia finanziaria». La somma «è prestata in unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa». La garanzia è «individuale e non può essere versata da terzi». Deve «essere prestata entro il termine in cui sono effettuatele operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico» e «ha durata pari al periodo necessario per lo svolgimento della procedura in frontiera». Le disposizioni si applicano «ai cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea che sono nelle condizioni di essere trattenuti durante lo svolgimento della procedura in frontiera».

La misura della garanzia finanziaria si applica al richiedente asilo direttamente, alla frontiera o nelle zone di transito, che è stato fermato per avere eluso o tentato di eludere i controlli e a chi proviene da un Paese sicuro “fino alla decisione dell’istanza di sospensione”.

La garanzia deve essere versata “in unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa ed è individuale e non può essere versata da terzi”. Dovrà inoltre essere prestata “entro il termine in cui sono effettuate le operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico”. Nel caso in cui lo straniero “si allontani indebitamente – prosegue il testo – il prefetto del luogo ove è stata prestata la garanzia finanziaria procede all’escussione della stessa”

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Il decreto ha acceso anche la polemica politica. «L’ultima crudeltà» del Governo, accusa la segretaria del Pd, Elly Schlein, «cozza contro il diritto internazionale: si chiedono 5 mila euro a chi fugge da discriminazione, guerre e torture per evitare di essere rinchiusi in un centro, un’ulteriore crudeltà inumana di un governo forte coi deboli e debole coi forti». Una norma che garantisce la libertà a chi paga, osserva il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, «fa solo schifo. Ed è significativo della natura punitiva della norma che l’importo da mettere a garanzia non possa essere messo da terzi». Per il segretario di Più Europa Riccardo Magi, la norma è «scafismo di Stato, una tangente discriminatoria, classista e disumana, verso chi scappa da fame e guerre. Ci sarebbe da vergognarsi solo per averlo pensato. Ma c’è di peggio: questa norma è illegale in quanto la Corte di Giustizia europea nel 2020 ha già sanzionato una misura analoga introdotta dall’Ungheria».