Nel giorno della ricorrenza della sua morte, ricordiamo Jerry Lee Lewis. Pianista e cantante statunitense, soprannominato “The Killer” per il suo modo selvaggio, anticonformista e ribelle di esibirsi dal vivo. Lewis è uno dei più importanti artisti della musica popolare del ventesimo secolo ed uno tra i più importanti esponenti del rock’n’roll, di cui è considerato anche uno dei padri fondatori.

Jerry Lee Lewis, gli inizi musicali religiosi

Jerry Lee Lewis
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Jerry Lee Lewis, iniziò a suonare il pianoforte in gioventù da autodidatta insieme a due cugini, Mickey Gilley e Jimmy Lee Swaggart. I tre ragazzi impararrono nella Chiesa del paese, intrufolandosi di nascosto. Il suo modo di suonare è stato influenzato da Carl McVoy e dalla musica nera. In questo modo Lewis ha potuto creare un suo personale stile, che consiste in un mix di rhythm and blues, boogie woogie, gospel e country music.

La madre lo iscrisse alla “Southwestern Assemblies of God University”, un college cristiano in Waxahachie, Texas, convinta che suo figlio avrebbe dì lì in poi cantato solo per il Signore. Ma per fortuna si sbagliava.

Dalle Chiese al Rock’n’Roll

Dopo poco, Lewis abbandonò la musica religiosa e divenne parte del nuovo sound: il rock and roll. Presso gli studi della Sun Records a Memphis, il produttore Jack Clement scovò e scritturò Lewis per l’etichetta Sun, mentre il proprietario Sam Phillips era impegnato in un viaggio in Florida. Inizialmente Clement scrutò il giovane dalla testa ai piedi, rimarcando il fatto che non notasse una chitarra assieme a lui, e che senza una chitarra non sarebbe andato lontano. Le prime session di registrazione agli studios dimostrarono quanto in realtá stesse sottovalutando il giovane talento. Jerry Lee Lewis divenne un session man, suonando il pianoforte per gli altri artisti della Sun, tra cui Billy Lee Riley e Carl Perkins.

Durante questo periodo fece parte di una band nota come il Million Dollar Quartet, che vedeva oltre a Lewis anche la presenza di Elvis Presley, Carl Perkins e Johnny Cash, dove in particolare lui ed Elvis duettarono in famosi brani gospel, e alcuni brani dello stesso Presley registrati in precedenza.

La prima produzione di Lewis sotto l’etichetta Sun fu la sua particolare versione del brano di Ray PriceCrazy Arms’. Il suo primo brano originale fu scritto assieme alle sorelle: ‘End of the Road’.

Il grande successo

Il successo per Jerry Lee arrivò con il brano Whole Lotta Shakin’ Goin’ On della quale non riuscì a ricordare il testo nelle sue prime esibizioni, ma il suo modo “prepotente” di suonare gli garantì un successo immediato agli occhi del pubblico, soprattutto durante una specifica parte del brano dove la musica si fa più lenta e bassa e Jerry inizia a fare diverse allusioni sessuali ottenendo diverse attenzioni dal pubblico femminile.

Nel 1957 Whole Lotta Shakin’ Goin’ On gli diede fama internazionale. Il pezzo fu registrato in una sola take e divenne la sua maggiore hit.

L’altro brano che ha reso famoso Jerry è Great Balls of Fire. All’inizio Lewis non volle registrare il brano, poiché le allusioni al sesso e al fuoco non rispecchiavano a pieno il suo credo religioso. Temeva potesse ritorcersi contro di lui. Durante la discussione fra lui e Philips, che voleva che registrasse quel pezzo ad ogni costo, Clement accese il registratore. Da questo nastro trasuda un bigottismo religioso arcaico, che, agli occhi del mondo di oggi, suona strano.

Altri successi di Jerry Lee Lewis sono Breathless e High School Confidential.

Jerry Lee Lewis e lo scandalo inglese

Come spesso accade nel mondo della musica, il grande successo viene spesso offuscato dalla vita privata. Tutta la fatica fatta viene cancellata dagli scandali che i giornalisti riescono a trovare. Non solo oggi, ma dda sempre, i giornali scandalistici sono i più venduti ed anche Jerry Lee Lewis non ne fu immune.

Il musicista americano si sposò sette volte ed ebbe sei figli. Il suo primo matrimonio, con Dorothy Barton, durò 20 mesi. In un’intervista disse: “Avevo 14 anni quando ho sposato mia moglie, lei era troppo grande per me. Aveva 17 anni.

Il terzo matrimonio fu quello che mise, quasi, fine alla sua carriera musicale. Il musicista sposò la cugina di secondo grado Myra Gale Brown. Quando i due si sposarono lei aveva tredici anni e fecero una seconda cerimonia di nozze, perché quando si svolse la prima a Las Vegas, il cantante aveva ancora in corso il divorzio dalla sua seconda moglie.

La turbolenta vita privata di Lewis fu nascosta al pubblico finché durante un tour in Inghilterra, la stampa scoprì la vera identità di quella ragazzina. Prima di partire per l’Inghilterra il manager di Jerry Lee, Sam Philips, aveva cercato di dissuaderlo dal portarsi dietro Myra, proprio per non creare scandali, ma lui non aveva accettato il consiglio. Giunti in Inghilterra, Lewis, Brown e Philips fecero credere a tutti che Myra Gale avesse 15 anni, ma appena la stampa inglese si appropriò di tutta la vita privata di Lewis, lo dipinse come un mostro che sposa delle bambine. Non solo aveva sposato una tredicenne, ma era pure un matrimonio incestuoso. La stampa lo distrusse.

Dalle stelle alle stalle

Ci fu un enorme scandalo, e il tour fu cancellato dopo appena tre concerti. Lo scandalo seguì Jerry Lee Lewis anche in America, e comportò la sua uscita dalla scena musicale. Lewis si sentì tradito da moltissima gente che fino a poco tempo prima lo supportava, tra cui lo stesso Sam Philips. Solo il dj e conduttore radiofonico Alan Freed rimase accanto a Jerry, suonando i suoi dischi alla radio. Dai 10 000 $ di guadagno per ogni concerto, passò ai 100 $ a notte, esibendosi in piccoli locali e birrerie.

Fu solo grazie a Kay Martin, presidente del fan club dell’artista, che Lewis tornò a registrare per la Sun Records. In quel periodo Philips aveva costruito un nuovo studio. Proprio qui, Jerry Lee Lewis, registrò, nel 1961, il suo grande successo What’d I Say, una reinterpretazione di Ray Charles.

Ritorno al successo

La popolarità di Jerry Lee Lewis tornò ad aumentare in Europa. Intorno alla metà degli anni sessanta. Il suo album dal vivo del 1964, intitolato Live at the Star Club e registrato ad Amburgo, è considerato uno dei più grandi album di rock and roll dal vivo. Il critico musicale Stephen Thomas Erlewine scrive: “Il Live at the Star Club è straordinario – il più puro e duro disco di rock & roll mai registrato. In confronto, il sound degli Stooges sembra compresso, l’hardcore punk sembra castrato, e i Sex Pistols delle mezze seghe”.

Negli Stati Uniti faticava ad avere successo. I suoi dischi non vendevano e di conseguenza nessun promoter voleva scritturarlo. I produttori tentarono di convincere Lewis a suonare sotto pseudonimi, senza suonare il piano o magari usando il clavicembalo.

Alla fine degli anni ‘60, il produttore della Mercury Records, Jerry Kennedy, convinse Lewis a convertirsi completamente al genere country. Lewis, che aveva sempre considerato il country una parte essenziale del suo stile e del suo sound, accettò e “Another Place, Another Time” fece il suo ingresso nelle classifiche nel 1968. Seguirono altre hit country nel periodo compreso tra la fine degli anni 1960 e l’inizio degli anni 1970, molte delle quali entrarono nella Hot 100 Charts. Il 17 maggio del 2022, dopo varie raccolte firme da parte dei suoi fans di tutto il mondo, e grazie all’aiuto dell’amico Marty Stuart, Lewis riesce ad ottenere l’inserimento nella colossale Country Music Hall Of Fame all’età di 86 anni.

Jerry Lee Lewis è morto il 28 ottobre 2022 a 87 anni, a causa di una polmonite.

L’eredità artistica di Jerry Lee Lewis

Jerry Lee Lewis è un pioniere del Piano rock, non tanto per il suo suono ed il ritmo, quanto per le sue performance dinamiche. Spesso suonava il piano in piedi dopo aver calciato via il seggiolino, oppure accentuava i movimenti delle mani per dare più teatralità alla sua esibizione. A volte si sedeva sulla tastiera, suonava con i piedi. Le sue performance frenetiche possono essere ammirate in film come High School Confidential e Jamboree.

Jerry è stato definito “rock & roll’s first great wild man and also rock & roll’s first great eclectic.” Le sue tecniche di esibizione sono state adottate da altri pianisti rock tra cui Elton John e Billy Joel. Da segnalare anche il britannico Wee Willie Harris e l’italiano Matthew Lee, che è stato ospite anche nella trasmissione di Renzo Arbore Speciale per me, ovvero meno siamo meglio stiamo, le cui esibizioni sono evidentemente ispirate da Jerry Lee Lewis.

Jerry era anche un discreto chitarrista, pur avendo suonato lo strumento solo in poche occasioni perché, a suo dire, la gente lo voleva vedere suonare il pianoforte e non la chitarra.

Lewis ha ricevuto diversi riconoscimenti nel corso della sua carriera tra i quali: un posto nella Rock and Roll Hall Of Fame, uno nella Rockabilly Hall Of Fame e, come scritto in precedenza, dal 2022 anche nella Country Music Hall Of Fame. Ha inoltre vinto un Grammy Award.

La rivista Rolling Stone lo ha inserito al ventiquattresimo posto nella classifica dei 100 migliori artisti di tutti i tempi.

Alessandro Carugini

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