Secondo quanto reso noto da Radio Farda e l’attivista iraniana in esilio Masih Alinejad, il padre, la madre e il fratello di Amini sono stati fermati questa notte all’aeroporto di Teheran. I parenti della giovane dovevano recarsi in Francia per la cerimonia di assegnazione del Premio Sakharov, in programma il 13 dicembre a Strasburgo: il riconoscimento del Parlamento europeo è stato infatti conferito a Mahsa e al movimento “Donna, vita, libertà“, ma l’Iran impedisce alla famiglia di Mahsa Amini con il ritiro dei passaporti.
Secondo quanto confermato dall’avvocato della famiglia di Mahsa Amini all’AFP, le autorità di Teheran hanno confiscato i passaporti. I cari della giovane sono stati costretti a tornare a casa e dunque a rinunciare alla cerimonia per il ritiro del Premio Sakharov: a ritirare il riconoscimento a loro nome ci sarà l’avvocato Saleh Nikbakht. “Questo atto di paura da parte del regime sottolinea il suo timore per il riconoscimento internazionale del movimento iraniano Donna, Vita e Libertà. L’Occidente deve essere solidale con la lotta del popolo iraniano contro questo regime totalitario”, le parole di Masih Alinejad in un post pubblicato su Instagram.
Il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, intitolato alla memoria e in onore del fisico e dissidente politico sovietico Andrei Sacharov, viene assegnato ogni anno dal Parlamento europeo. È stato istituito nel 1988 per onorare le persone e le organizzazioni che difendono i diritti umani e le libertà fondamentali.