Lars Ulrich, il batterista dei Metallica, ha dato notizia della morte del padre Torben Ulrich, con un carosello di foto sul suo profilo Instagram. Il padre del batterista si è spento a 95 anni.
Chi era Torben Ulrich
«Novantacinque anni di avventure, esperienze uniche, curiosità, sfida dei limiti e allo status quo, tennis, musica, arte, scrittura… e un bel po’ di spirito da contrarian danese», ha scritto il figlio. Nato in Danimarca nel 1928, è noto soprattutto come tennista professionista. Attivo sui campi dalla fine degli anni ’40, ha disputato un centinaio di partite di Coppa Davis. Tra i suoi risultati migliori, le semifinali di doppio a Wimbledon nel 1959 e di doppio misto agli US Open di dieci anni dopo.
Era un grande eccentrico, capace di perdere un match agli US Open per una farfalla che gli era volata sul viso e commentare con la massima taoista «non so se sono una farfalla che sogna d’essere uomo o un uomo che sogna d’essere farfalla» (dalla rivista Tennis, 1971). Torben Ulrich è stato fondamentale anche nell’indirizzare il figlio Lars prima verso il tennis, poi verso la musica. «Papà era sempre il ballo con la musica», ha detto il batterista negli anni ’90.
«Frequentava Sonny Rollins, Don Cherry e Dexter Gordon. Quest’ultimo è il mio padrino. Da piccolo giocavo con Neneh Cherry il cui patrigno, Don Cherry, abitava a sei case di distanza da casa nostra a Copenaghen. Frequentavamo gente così. Anche se si guadagnava da vivere col tennis, scriveva di jazz sui giornali di Copenhagen. Sullo stereo di casa c’erano sempre Miles Davis e Ornette Coleman, e più tardi i Doors e Jimi Hendrix».
Marianna Soru
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