Stefano Reali: regista e commediografio italiano ha alle spalle una carriera lunga circa quarant’anni nel corso dei quali si è diviso tra cinema e tv in grandissima parte.

Stefano Reali, l’esordio del regista con Sergio Leone

Stefano Reali

Oggi il 66enne sarà ospite a La Volta Buona, in onda dalle 14 su Raiuno dove presenterà il libro AenigmaLa Prima Incarnazione Di John Florio, pubblicato per Florestano Edizioni. Nato a Frosinone nel 1967, debutta come assistente alla regia di Sergio Leone in “C’era una Volta in America”, nel 1982, successivamente arriva il suo primo corto Exit, nominato all‘Oscar nel 1987, Reali scrive e dirige i film “Laggiù nella Giungla” (1987), “In Barca a Vela Contromano” (1997) e “Without Conscience” (2004), distribuito anche negli Stati Uniti. Scrive e dirige per Raiuno e Canale 5 molte serie tv, tra le quali “Il Quarto Re”, “Le Ali della Vita”, “Ultimo”, “L’Uomo Sbagliato”, “Eravamo solo Mille”, “La Terza Verità”, “Al di là del Lago”, “Come un Delfino”, “Lo Scandalo della Banca Romana”, “Angeli”, “Caruso” “Rimbocchiamoci le maniche”. Oltre ad essere ideatore, creatore e sceneggiatore di serie tv, Reali è anche autore e regista di testi teatrali rappresentati in Italia e all’ Estero, ed è stato vincitore del prestigioso Be Bold Award, per il miglior testo straniero sul mercato del Regno Unito per la sua commedia “Physical Jerks”. Come attività didattica, Reali ha insegnato Sceneggiatura e Regia al corso Rai-Script, alla cattedra di Scienza della Comunicazione dell’università la Sapienza, al Centro Sperimentale di Milano e di Roma, alla Writing School dell’università Luiss.

In merito alla pubblicazione del libro aveva raccontato su Instagram: “Ho cominciato ad interessarmi del Bardo a diciotto anni. Grazie a Gigi Proietti l’ho amato alla follia. Poi, ho scoperto che il Divino William non ha mai scritto quello che ha firmato. Mai. E allora ho cominciato a studiare per cercare di capire chi aveva scritto quei capolavori. L’ho capito grazie a Miguel De Cervantes, ed al suo lungo soggiorno in Italia. Ad un certo punto ho capito che avevo tanti di quei colpi di scena, che avevo in mano una narrazione esaltante. Non buona per un film. E neanche per una stagione. E allora ho pensato ad un romanzo. Mi sono documentato per sei anni, prima di cominciare a scriverlo. Poi ho impiegato altri due anni, per scriverlo, riscriverlo, riscriverlo. Ed ora stiamo in via di pubblicazione. Ci siamo quasi. Ringrazio tutti quelli che hanno creduto in me. Grazie al Cielo, io ci ho sempre creduto. Grazie”

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