Nel 1984 nei cinema degli Stati Uniti esce il film Purple Rain. Diretto da Albert Magnoli e interpretato da Prince e Apollonia. La colonna sonora vantava canzoni destinate a diventare hit celebri, come “When Doves Cry“, “Let’s Go Crazy” e naturalmente “Purple Rain“. Il film, e la relativa colonna sonora, consacrarono definitivamente il folletto di Minneapolis dell’olimpo dei grandi della musica.

Prince, l’astro nascente della musica pop

Prince celebrates his birthday and the release of Purple Rain at 1st Avenue in Minneapolis.

Prince è lo pseudonimo di Prince Rogers Nelson e come ben sapete è stato un cantautore, polistrumentista e produttore discografico statunitense, popolare soprattutto negli anni Ottanta e novanta. La vena artistica musicale di Prince si sviluppò molto presto e lo portò a dedicarsi a composizione, arrangiamento, produzione, canto ed esecuzione dei suoi lavori spesso in totale autonomia. Il cantante è noto per la sua attività pionieristica sia in campo musicale sia commerciale, essendo stato fra i primi a sfruttare Internet per la promozione e la vendita online sul suo sito web.

Prince è noto al pubblico con numerosi nomi: ha utilizzato per motivi contrattuali o artistici varie formule come The Artist, sigle come TAFKAP, ovvero “The Artist Formerly Known As Prince“, o persino un simbolo impronunciabile, incrocio fra il simbolo del maschile e del femminile e noto ai fan come “Love Symbol“. Molti anche i soprannomi, i più comuni dei quali sono “genio di Minneapolis” e “folletto di Minneapolis“.

Prince, il ragazzo prodigio della musica americana

Nel 1978, a soli 20 anni, Prince riuscì a stipulare un contratto con la Warner Bros. che lo vide non solo esecutore, ma anche produttore della sua musica: divenne così il più giovane produttore discografico fino a quel momento. Prince si chiuse in sala di incisione e pochi mesi dopo ne uscì con il suo primo album interamente prodotto, scritto, suonato e interpretato da lui stesso: For You. Questa la leggenda! In realtà Prince è affiancato da un produttore esecutivo, Tommy Vicari della stessa Warner. La casa discografica intendeva così controllare il proprio investimento. Parteciparono al disco anche alcuni musicisti, fra cui Chris Moon che co-firmò alcuni brani dell’album d’esordio di Prince e del successivo album omonimo.

L’album For You, è ritenuto un lavoro piacevole. Un disco molto ben curato, in linea con la tendenza disco-music dell’epoca. Prince dimostra il proprio talento tecnico e artistico e si guadagna il titolo di «nuovo Stevie Wonder». Nonostante il budget da 180.000 dollari messogli a disposizione dalla Warner, fosse destinato alla pubblicazione di tre album, Prince lo consumò interamente per il solo For You.

Ottenuta comunque ulteriore fiducia dal management dell’etichetta discografica, Prince compose e incise il suo secondo album dal titolo Prince che uscì a ottobre del 1979. Molto più orecchiabile del primo, ha un buon riscontro di critica e vendite, con un milione di copie negli Stati Uniti.

Il primo tour di Prince con la sua nuova band: The Revolution

Il primo tour ufficiale dei Revolution consiste in 38 date dal novembre del 1979 all’aprile del 1980 come support band a Rick James. Nel corso di una serata, Prince ne conobbe la fidanzata Denise Matthews e la convinse a unirsi al suo progetto di side band che sarebbe diventato i Vanity Six. L’episodio segnò l’inizio di un livore personale di Rick James verso Prince, a cui però quest’ultimo non diede mai peso. Il nuovo decennio si apre con la pubblicazione di Dirty Mind e il successivo tour, per la prima volta come artista principale. Prince adotta un’immagine androgina, sessualmente ambigua e oltraggiosa indossando calze e biancheria intima femminile sotto a un soprabito.

Proprio per questo subì una feroce contestazione il 9 ottobre 1981: non appena ebbe iniziata l’esibizione a supporto dei Rolling Stones al Los Angeles Coliseum, gli oltre novantamila spettatori si lasciarono andare a invettive di ogni sorta e lo bersagliarono con bottiglie e lattine. Prince, furioso e frustrato, tornò a Minneapolis. Mick Jagger lo convinse a rientrare per il concerto di due giorni dopo. Tuttavia, la situazione si ripresentò identica in altri concerti e Prince interruppe quelle esibizioni.

L’impegno sociale

Alla fine del 1981 quando uscì il quarto album di Price: Controversy, in cui oltre alle provocazioni e alle allusioni sessuali sono contenute canzoni in cui l’artista inizia ad assumere maggiore impegno dal punto di vista sociale.

Nel 1982 esce il doppio album 1999. Per la prima volta la band di supporto è accreditata come The Revolution, seguito immediatamente da un lungo tour. Ulteriori tensioni all’interno dei Revolution portarono all’ingresso della nuova chitarrista Wendy Melvoin. 1999 fu il disco che permise a Prince di superare la segregazione tra musica bianca e nera venendo finalmente proiettato sul mercato globale del rock.

1984: l’anno di Purple Rain e della consacrazione di Prince

Il 1984 è l’anno in cui Prince ottenne il successo mondiale con il progetto multimediale Purple Rain. Un film musicale e la relativa colonna sonora, che fece raggiungere all’artista contemporaneamente la prima posizione nelle classifiche dei singoli, degli album e dei film. Prima di Prince c’erano riusciti solo i Beatles.

Sia il film sia l’album ricevettero svariati premi. Il film Purple Rain vinse l’Oscar come miglior colonna sonora. Il brano When Doves Cry ottenne un Golden Globe come miglior canzone originale. Anche a livello commerciale il film ottieneo ottimi risultati: solo negli Stati Uniti ha incassato più di 80 milioni di dollari. Il più grande successo cinematografico di Prince. L’album Purple Rain vendette più di tredici milioni di copie negli USA, rimase per 24 settimane consecutive ai vertici delle classifiche. L’industria discografica elesse Purple Rain miglior album pop dell’anno. When Doves Cry miglior singolo. In Gran Bretagna Prince fu eletto miglior artista dell’anno e Purple Rain la migliore colonna sonora. La National Association for the Advancement of Colored People premiò Prince come miglior attore, miglior artista musicale, Purple Rain come migliore colonna sonora e When Doves Cry miglior singolo.

Purple Rain: il film

Purple Rain segnò anche un momento di svolta nel metodo produttivo di Prince: dopo anni in cui lavorava da solo in studio e utilizzava la band The Revolution solo per le esecuzioni dal vivo, l’artista permise loro di partecipare attivamente alle registrazioni. Le canzoni presenti nel film furono registrate durante il concerto al First Avenue di Minneapolis del 3 agosto del 1983. Musicalmente, Purple Rain rappresenta una dimostrazione del talento innovativo di Prince, di cui il finale con la chitarra elettrica di Let’s Go Crazy è un esempio. Allo stesso tempo, però, l’album è musicalmente più “facile” da ascoltare rispetto ai precedenti: ballate struggenti, canzoni orecchiabili, assoli di chitarra, ammiccamenti erotici e ottime performance live con i Revolution consentirono al pubblico di comprendere la musica di Prince meglio di quanto fu possibile con i precedenti lavori, che erano molto più sperimentali ed elaborati.

Sviluppato dallo stesso Prince per mostrare il suo talento, contiene diverse sequenze di concerti dello stesso Prince con i Revolution. Il film è diretto da Albert Magnoli, che in seguito divenne il manager dl cantante. La sceneggiatura è dello stesso Magnoli e William Blinn. Nel cast ci sono anche Apollonia Kotero, Morris Day, Olga Karlatos e Clarence Williams III. Le riprese principali si sono svolte quasi interamente a Minneapolis. Il film presenta molti punti di riferimento locali, tra cui il Crystal Court dell’IDS Center e il nightclub First Avenue. Quest’ultimo ha incassato 100.000 dollari per le riprese in quanto è stato chiuso per 25 giorni. Altre scene sono state girate al The Wiltern di Los Angeles.

Purple Rain ha incassato 70,3 milioni di dollari in tutto il mondo, contro il suo budget di soli 7,2 milioni di dollari. Il film ha vinto un Oscar per la migliore colonna sonora originale. Pubblico e critici hanno considerato Purple Rain come uno dei più grandi film musicali di sempre. Nel 2019 è selezionato dalla Biblioteca del Congresso per la conservazione nel National Film Registry degli Stati Uniti per essere “culturalmente, storicamente o esteticamente significativo”.

La trama del film

Kid è il talentuoso ma tormentato frontman della sua band di Minneapolis, i Revolution. Per sfuggire alla sua difficile vita familiare – suo padre abusa verbalmente e fisicamente di lui e di sua madre – trascorre le sue giornate a provare e le sue notti a esibirsi al nightclub della First Avenue. The Revolution, l’appariscente Morris Day e il suo gruppo The Time, e Dez Dickerson e il suo gruppo, i Modernaires, occupano i tre posti da house band del club. Morris, consapevole che la chitarrista dei Revolution Wendy e la tastierista Lisa sono frustrate dal fatto che il Kid non sia disposto a suonare le loro composizioni, fa pressioni su Billy Sparks, il proprietario del club, per sostituire i The Revolution con un gruppo femminile che Morris sta già formando.

Morris però non è contento. Prende di mira la fidanzata di Kid, Apollonia, un’aspirante cantante e nuova arrivata a Minneapolis, per guidare il suo gruppo, e cerca di convincerla che Kid è troppo egocentrico per aiutarla. Alla fine si unisce al gruppo di Morris, che lo stesso chiamerà Apollonia Six. Quando rivela la sua nuova collaborazione a Kid, lui si infuria e la schiaffeggia, come suo padre lo aveva colpito in precedenza.

Al club, Kid risponde alle lotte interne alla band, alla pressione di attirare più folle e alla sua vita privata tesa con la scomoda e personale “Darling Nikki“. La sua performance umilia pubblicamente Apollonia, che scappa via in lacrime, e fa arrabbiare sia Morris che Billy, peggiorando la sua situazione. Billy affronta Kid, rimproverandolo per aver portato la sua vita personale sul palco e avvertendolo che sta sprecando il suo talento musicale come ha fatto suo padre. Intanto le Apollonia Six debuttano con successo e Billy avverte Kid che il suo slot per la First Avenue è a rischio.

Il gran finale

Kid decide di rapire Apollonia da un Morris ubriaco. I due discutono e litigano; Apollonia allora lo abbandona. Tornato a casa, trova la casa a brandelli, con sua madre che non si trova da nessuna parte. Quando accende la luce del seminterrato, suo padre, che era li sotto in agguato con una pistola carica, si spara alla testa. Frenetico dopo una notte di tormenti, Kid fa a pezzi il seminterrato per sfogare la sua frustrazione, solo per trovare una grande scatola di composizioni musicali di suo padre. La mattina dopo, Kid prende una cassetta di una delle composizioni di Wendy e Lisa, una traccia ritmica chiamata “Slow Groove“, e inizia a comporre.

Quella notte sulla First Avenue, tutto è tranquillo nel camerino dei Revolution fino a quando Morris non si ferma per schernire Kid sulla sua vita familiare. Una volta sul palco, Kid annuncia che suonerà “una canzone scritta dalle ragazze della band”, dedicata a suo padre, che si rivela essere “Purple Rain”. Alla fine dell’emozionante canzone, Kid si precipita fuori dal palco e fuori dalla porta sul retro del club, con l’intenzione di allontanarsi con la sua moto. Tuttavia, prima di andarsene, si rende conto che la sua nuova canzone ha entusiasmato la folla.

Kid torna al club, con i suoi colleghi musicisti che lo salutano con approvazione e Apollonia con le lacrime agli occhi lo abbraccia. Kid torna sul palco per due bis “I Would Die 4 U” e “Baby I’m a Star” tra l’approvazione selvaggia del pubblico e del suo acerrimo nemico Morris. Le scene sovrapposte mostrano Kid che visita suo padre e sua madre in ospedale e riordina le composizioni di suo padre nel seminterrato, accompagnato da Apollonia.

Un montaggio di tutte le canzoni viene riprodotto mentre scorrono i titoli di coda.

Alessandro Carugini

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